SCHIZOFRENIA: IL PUNTO SULLE NUOVE ACQUISIZIONI

 

 

La grande messe di risultati prodotta dagli studi sulle alterazioni molecolari associate alle manifestazioni cliniche comprese nella diagnosi di schizofrenia, impone un periodico esame volto a definire la significatività e il grado di importanza delle nuove acquisizioni per la conoscenza neurobiologica dei processi mentali e per l’aggiornamento degli psichiatri. La Società Nazionale di Neuroscienze sente la responsabilità di fornire un contributo alla lettura dei dati sperimentali tramite i suoi esperti, per facilitare il compito degli studiosi di psicopatologia clinica. A tal fine è stato organizzato un incontro al quale hanno partecipato numerosi soci, ciascuno dei quali ha presentato una rassegna ed un breve commento in uno specifico settore (alterazioni genetiche, alterazioni strutturali, alterazioni dei sistemi di segnalazione, alterazioni metaboliche, antipsicotici atipici e farmaci agenti sui sistemi glutammatergici, sviluppi delle terapie non farmacologiche); a queste relazioni sono seguite delle discussioni critiche sui seguenti argomenti: la banalizzazione del concetto di schizofrenia nei modelli sperimentali; teorie della disfunzione mentale nella schizofrenia; la schizofrenia nel DSM-IV-TR; cause degli errori del passato; nuovi errori e possibili rimedi.

I lavori sono stati introdotti dal nostro presidente, Giuseppe Perrella, che ha proposto un sintetico excursus della storia nosografica della malattia, finalizzato all’analisi dell’evoluzione nel tempo del rapporto fra semeiotica psicopatologica e interpretazione delle cause, ed ha poi proseguito indicando tutti gli elementi che hanno avuto un ruolo decisivo nel far mutare la descrizione clinica e la concezione stessa della psicosi schizofrenica (l’introduzione proposta da Henry Laborit della clorpromazina o largactil in terapia, la diatriba preconcetta fra organicisti e olisti, la visione psicoanalitica, la teoria organodinamica di Henri Ey, la sintesi di Silvano Arieti, la descrizione delle prime alterazioni neurobiologiche del cervello schizofrenico, ecc.).

La schizofrenia, nelle sue cinque forme prevalenti, è il prototipo della psicosi ed è caratterizzata da deliri, allucinazioni, disorganizzazione dell’eloquio, anaffettività, alogia, abulia, stereotipie, disorganizzazione motoria o catatonia, e da una ereditabilità attualmente stimata fra il 73-90%. La concezione della natura dei processi inclusi nel termine psicosi, come ha osservato il presidente, si è grandemente evoluta nel tempo e, se nel passato le malattie psicotiche erano considerate la forma più grave di scompenso psichico in assenza di alterazioni cerebrali[1], attualmente si ritiene che per la loro origine siano determinanti particolari predisposizioni genetiche ed alterazioni strutturali e funzionali rilevabili al livello molecolare, cellulare e dei sistemi. Il professore ha notato che se nelle prime descrizioni si dava maggior rilievo al deficit cognitivo, nell’epoca in cui hanno dominato le teorie psicodinamiche e fenomenologiche, si è rivolta maggiore attenzione ai processi psichici connessi con i deliri e le allucinazioni, spesso interpretandoli in chiave affettivo-emozionale.

Il danno alle funzioni intellettive, che si manifesta fin dal suo esordio, aveva indotto gli psichiatri dell’Ottocento ad accostare la malattia al quadro clinico della demenza. Lo psichiatra belga Morel usò per la prima volta nel 1860 la definizione di “demence précoce” (dementia praecox), che fu ripresa nel 1891 da Pick che forse fu, con Alois Alzheimer, il massimo esperto di demenza dell’epoca[2]. Al celebre nosografista Kraepelin si deve l’introduzione della demenza precoce nelle categorie diagnostiche delle malattie mentali, e la sua configurazione come entità nosografica che includeva altre due forme, l’ebefrenia di Hecker (1871) e la catatonia descritta da Kahlbaum nel 1874. Eugen Bleuler, notando che il tratto distintivo di questo grave sconvolgimento psichico non era il decadimento cognitivo, ma la generale compromissione dei processi di sintesi alla base dell’unità della mente, nel 1911 propose di adottare il termine schizofrenia (scissione mentale), che negli anni successivi troverà accoglimento da parte di tutta la comunità medica.

Illustrati i rapporti fra classificazioni nosografiche e teorie eziopatogenetiche, Giuseppe Perrella ha introdotto l’attuate concetto di disfunzione prefrontale ed ha proposto gli sviluppi della ricerca in questo campo (Note e Notizie 22-12-07 Una scoperta nella patogenesi della schizofrenia). Ha poi notato che le alterazioni neurobiologiche hanno trovato nel tempo riscontri funzionali da parte della ricerca psicologica (Note e Notizie 22-01-05 Schizofrenia: trovata un’alterazione funzionale), ed ha ricordato che BM&L-Italia ha seguito gli studi genetici (Note e Notizie 20-09-08 Genetica della schizofrenia: nuove acquisizioni; Note e Notizie 22-12-07 Una scoperta nella patogenesi della schizofrenia), non trascurando i risultati sperimentali che prospettano nuove possibilità terapeutiche (Note e Notizie 03-11-07 Agonista del glutammato per la schizofrenia; Note e Notizie 11-10-08 Farmaci muscarinici per la schizofrenia) e le implicazioni delle alterazioni neurobiologiche per altre funzioni (Note e Notizie 17-01-09 Funzione olfattiva e schizofrenia).

Al termine delle relazioni, un gruppo di giovani associati a BM&L-Italia ha presentato e discusso i 10 lavori più recenti pubblicati da Schizophrenia International Research, che qui di seguito elenchiamo.

1.       Theory of mind impairment in schizophrenia: Meta-analysis
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 4 February 2009
Emre, Bora , Murat, Yucel , Chris, Pantelis

2.      Elevated delta-6 desaturase (FADS2) expression in the postmortem prefrontal cortex of schizophrenic patients: Relationship with fatty acid composition
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 4 February 2009
Yanhong, Liu , Ronald, Jandacek , Therese, Rider , Patrick, Tso , Robert K., McNamara

3.       A double-blind trial of adjunctive allopurinol for schizophrenia
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 4 February 2009
Faith B., Dickerson , Cassie R., Stallings , Andrea E., Origoni , Anne, Sullens , Sunil, Khushalani , ...

4.      Re-evaluating dorsolateral prefrontal cortex activation during working memory in schizophrenia
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 3 February 2009
Katherine H., Karlsgodt , Jacqueline, Sanz , Theo G.M., van Erp , Carrie E., Bearden , Keith H., Nuechterlein , ...

5.      Reduction of functional disability with atypical antipsychotic treatment: A randomized long term comparison of ziprasidone and haloperidol
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 3 February 2009
Philip D., Harvey , Elizabeth, Pappadopulos , Ilise, Lombardo , Charlotte M., Kremer

6.       Association of the 5′-upstream regulatory region of the α7 nicotinic acetylcholine receptor subunit gene (CHRNA7) with schizophrenia
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 31 January 2009
Sarah H., Stephens , Judith, Logel , Amanda, Barton , Alexis, Franks , Jessica, Schultz , ...

7.      Psychopathology and cognition in divergent functional outcomes in schizophrenia
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 31 January 2009
R. Walter, Heinrichs , Narmeen, Ammari , Ashley, Miles , Stephanie, McDermid Vaz , Boyko, Chopov

8.       The efficacy of lamotrigine in clozapine-resistant schizophrenia: A systematic review and meta-analysis
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 30 January 2009
Jari, Tiihonen , Kristian, Wahlbeck , Vesa, Kiviniemi

9.       Differential relationship of frontal pole and whole brain volumetric measures with age in neuroleptic-naïve schizophrenia and healthy subjects
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 29 January 2009
John P., John , Paul W., Burgess , B.S., Yashavantha , Mohammed K., Shakeel , Harsha N., Halahalli , ...

10.   Abnormal prefrontal cortical activity and connectivity during response selection in first episode psychosis, chronic schizophrenia, and unaffected siblings of individuals with schizophrenia
Anno di pubblicazione: 2009
Rivista: Schizophrenia Research, In Press, Corrected Proof, Available online 28 January 2009
Neil D., Woodward , Barb, Waldie , Baxter, Rogers , Phil, Tibbo , Peter, Seres , ...

[I testi sono consultabili in  ScienceDirect (www.sciencedirect.com/science/journal/09209964)].

 

L’incontro si è concluso con una sintesi dell’intera giornata proposta da Ludovica R. Poggi che ha focalizzato la sua attenzione sulle terapie farmacologiche.

 

Isabella Floriani

BM&L-Febbraio 2009

www.brainmindlife.org

 

 

[Tipologia del testo: NOTIZIA]

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Nevrosi (o psiconevrosi emozionali) e Psicosi, per molto tempo nella semeiotica psichiatrica hanno costituito due classi paradigmatiche del disturbo psichico non prodotto da cause organiche; la prima costituita da disturbi che avrebbero potuto interessare qualsiasi persona e la seconda condizionata da elementi predisponenti, prevalenti per importanza sulle condizioni precipitanti legate alle esperienze esistenziali e agli eventi della vita affettiva.

[2] La sua prima descrizione di una demenza presenile diversa da quella studiata da Alzheimer (malattia di Pick) diede l’avvio allo studio delle varie forme di degenerazione lobare (atrofia frontale, fronto-temporale, ecc.).