AGONISTA DEL GLUTAMMATO  PER LA SCHIZOFRENIA

 

 

Fin dall’introduzione in terapia psichiatrica del primo farmaco per la cura delle psicosi, ossia la clorpromazina studiata da Henry Laborit (1951), lo scopo principale del trattamento farmacologico è consistito nella riduzione delle manifestazioni sintomatologiche più rilevanti, e questo obiettivo è stato generalmente perseguito con l’impiego di molecole agenti sui recettori della dopamina. Nonostante ancora oggi il principale bersaglio nel trattamento della schizofrenia sia costituito dai sistemi dopaminergici, anni di ricerca volti ad accertare l’efficacia di una strategia diversa e più mirata, hanno portato a sperimentare molecole agenti sui sistemi glutammatergici.

Patil e colleghi presentano i risultati di uno studio clinico (proof-of-concept study), giunto alla II fase (randomized trial), nel quale pazienti affetti da schizofrenia sono stati trattati con un agonista selettivo dei recettori metabotropici del glutammato mGlu2/3 (Patil S. T. et al. Activation of mGlu2/3 receptors as a new approach to treat schizophrenia: a randomized Phase 2 clinical trial Nature Med. 13 (9), 1102-1107, 2007; corrigenda in Nature Med. 13 (10), 1264, 2007).

L’agonista selettivo LY404039, che era risultato efficace nella sperimentazione animale, è stato impiegato nella forma di pro-farmaco orale LY2140023 in uno studio in doppio cieco con l’olanzapina come controllo attivo.

Il farmaco, senza l’aumento di peso, gli effetti extrapiramidali e l’innalzamento della prolattina causati dalle molecole agenti sui sistemi dopaminergici, è risultato efficace nel ridurre in modo sensibile sia i sintomi positivi sia quelli negativi della schizofrenia, confermando le ipotesi formulate in base alla sperimentazione animale e alimentando la speranza di poter presto disporre di un’alternativa agli effetti collaterali delle terapie attualmente disponibili.

 

Roberto Colonna

BM&L-Novembre 2007

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