TRE NUOVI STUDI SULLA MALATTIA DI ALZHEIMER

 

 

Ad un briefing del gruppo di studi di BRAIN MIND & LIFE - ITALIA sulla malattia di Alzheimer, tenutosi lo scorso giovedì 11 gennaio 2007, sono stati proposti dal presidente, Giuseppe Perrella, i risultati di tre interessanti ricerche recentemente pubblicate su Science, Nature Neuroscience e Nature Medicine.

Sebbene esistano molte zone d’ombra e domande senza risposta nell’eziologia dell’encefalopatia degenerativa descritta per primo da Alois Alzheimer, alcuni punti fermi della patogenesi, come il ruolo del peptide  β-amiloide (Aβ) nella formazione delle placche, consentono lo studio di mezzi terapeutici potenzialmente efficaci. La formazione di peptidi amiloidogenici di 42-43 aminoacidi (Aβ) richiede l’azione in sequenza, sul precursore β-amiloide, degli enzimi β-secretasi e γ-secretasi che, per tale motivo, sono attualmente obiettivo di molte strategie terapeutiche sperimentali. Proprio questa sperimentazione farmacologica dovrà tenere in debito conto i risultati delle ricerche condotte dai gruppi di Willem, Hu e Ni.

E’ noto che l’impiego in terapia degli inibitori della γ-secretasi crea non pochi problemi per gli altri ruoli fisiologici svolti da questo enzima (Note e Notizie 10-06-06 Alzheimer: lo stato dell’arte in un incontro di BM&L; Aggiornamenti – La Malattia di Alzheimer – attualità nella ricerca e nuove terapie. Roma, 20 giugno 2006), per questa ragione le speranze di molti ricercatori sono state riposte nell’inibizione della β-secretasi.   

I teams di Willem e Hu hanno indagato il ruolo fisiologico della β-secretasi impiegando topi “null” per l’enzima: Bace1-null (Willem M. et al., Control of peripheral nerve myelination by the β-secretase BACE1. Science 314, 664-666, 2006; Hu X. et al., Bace1 modulates myelination in the central and peripheral nervous system. Nature Neuroscience 9, 1520-1525, 2006).

La mancanza di Bace1 determinava l’accumulo di molecole di neuregulina 1 non sottoposte al processo metabolico che consente loro di intervenire nello sviluppo delle cellule gliali e nella formazione della mielina. I risultati delle due ricerche, presi insieme, dimostrano che la β-secretasi ha un ruolo cruciale nella biosintesi e nella strutturazione della mielina, sia nel sistema nervoso centrale, sia in quello periferico.

Ulteriori studi consentiranno di stabilire se la β-secretasi svolge anche un ruolo nel mantenimento della mielina nell’organismo adulto, tuttavia la sua importanza nel corso dello sviluppo è sufficiente a suggerire la massima prudenza nel concepire strategie terapeutiche basate sulla sua inibizione.

Il gruppo di Ni ha dimostrato che l’attivazione dei recettori adrenergici β2 stimola l’attività della  γ-secretasi accelerando la formazione delle placche in modelli sperimentali di malattia di Alzheimer (Ni Y. et al., Activation of β2 –adrenergic receptor stimulates γ-secretase activity and accelerates amyloid claque formation. Nature Medicine 12, 1390-1396, 2007).

Lo studio, che vede la stampa in questi giorni, è molto articolato e fornisce prove decisive nella dimostrazione del processo che sarebbe alla base dell’influenza dello stress sulla patogenesi del danno e, conseguentemente, sull’evoluzione della malattia.

Per ulteriori dettagli si rimanda alla lettura, veramente interessante, dei lavori originali.

                                                                        

Il presente testo è stato tratto da una relazione di Giuseppe Perrella, presidente della Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-ITALIA, ed è stato riassunto da Isabella Floriani; ad entrambi va il ringraziamento dell’autrice della nota.

 

Nicole Cardon

BM&L-Gennaio 2007

www.brainmindlife.org