I
comportamenti degli adolescenti e lo striato ventrale
DIANE RICHMOND
NOTE E
NOTIZIE - Anno IX - 19 marzo 2011.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
In
termini neurofunzionali, l’adolescenza è spesso descritta come un periodo di
accentuata reattività alle emozioni, associata a minori capacità di
regolazione: una combinazione che si ritiene contribuisca, negli anni che vanno
dalla pubertà alla giovinezza, alla tendenza a correre rischi e ad essere resistenti
all’influenza dei coetanei. Anche se si è molto dibattuto sulle particolarità
morfo-funzionali del cervello degli adolescenti e sulla presunta unicità delle
sue caratteristiche in questa fase dello sviluppo (Note e Notizie 07-10-06 Immagini
funzionali del cervello degli adolescenti; Note e Notizie
14-10-06 Il cervello degli adolescenti: una riflessione critica)[1],
fino ad oggi non sono stati realizzati studi longitudinali in grado di
correlare in maniera certa i tratti psicologici e comportamentali con le
caratteristiche anatomiche e fisiologiche legate alla maturazione dell’encefalo.
Pertanto, la recente pubblicazione su Neuron
di uno studio dell’encefalo condotto mediante risonanza magnetica funzionale
(fMRI) e protratto dal termine dell’infanzia all’inizio dell’adolescenza,
suscita un notevole interesse (Pfeifer J.
H., et al. Entering Adolescence:
Resistance to Peer Influence, Risky Behavior, and Neural Changes in Emotion
Reactivity. Neuron 69
(5), 1029-1036, 2011)
Il gruppo di ricerca, di cui fanno parte Marco Iacoboni
e Mirella Dapretto[2],
fa capo al Center for Mind and Brain, University of California at Davis, al
Department of Psychology, University of Oregon, all’Ahmanson-Lovelace Brain
Mapping Center, Department of Psychiatry and Biobehavioral Sciences, University
of California at Los Angeles, e al Center for Culture, Brain and Development,
UCLA-FPR, Los Angeles.
Il
campione era costituito da 38 partecipanti neurotipici che sono stati
sottoposti a due sessioni di studio mediante fMRI nelle fasi di transizione, corrispondenti
ai 10 anni e ai 13 anni. Lo studio è stato focalizzato sulle risposte emotive e
cognitivo-emotive ad espressioni facciali mostrate su uno schermo, pertanto ha
indagato un funzionamento connesso soprattutto con le esperienze e le relazioni
interpersonali. Complessivamente è stata evidenziata un’evoluzione della
reattività neurale.
In
particolare, le risposte alle espressioni affettive dei visi hanno fatto
registrare una combinazione di variazioni generali e specifiche per le emozioni
nello striato ventrale, nella corteccia prefrontale ventromediale, nell’amigdala e nel polo temporale. Inoltre, gli incrementi di
attività dello striato ventrale, correlavano con la riduzione in
suscettibilità all’influenza dei pari e all’assunzione di comportamenti
rischiosi.
Nell’elaborazione
di visi tristi e allegri, contrapposti ad
espressioni facciali neutre, le risposte dell’amigdala e dello striato ventrale
presentavano anche, significativamente, un accoppiamento
negativo nella prima
adolescenza maggiore di quello della tarda infanzia.
Nel
loro complesso, i risultati suggeriscono che le risposte dello striato ventrale
alla vista di emozioni espresse possono svolgere un ruolo di regolazione
critico per lo stile funzionale dell’adolescente.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per
la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento
connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”.