SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: IL VEGF SEMBRA EFFICACE 

 

 

 Un recente lavoro del gruppo di ricerca di Carmeliet -che già aveva dimostrato il ruolo di bassi tassi di VEGF nella patogenesi della degenerazione motoneuronica nel topo- ha impiegato la somministrazione diretta di VEGF, attraverso il liquor, nel sistema nervoso centrale di ratti affetti da un modello sperimentale di Sclerosi laterale Amiotrofica (Storkebaum e coll. Treatment of motoneuron degeneration by intracerebroventricular delivery of VEGF in a rat model of ALS. Nature Neurosci. 8, 85-92, 2005). Il miglioramento che ne è risultato è davvero rilevante.

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), detta anche sindrome di Lou Gherig dal celebre giocatore di base-ball dei “New York Yankees” che ne fu affetto, è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che colpisce selettivamente i motoneuroni, interessando sia quelli superiori (corticali) sia quelli inferiori (troncoencefalici e midollari), potendosi presentare con quadri clinici diversi (Amiotrofia Spinale, Paralisi Bulbare, Sclerosi Laterale Primaria, Paralisi Pseudobulbare). E’ un tipico esempio di malattia neuronale sistemica che colpisce maggiormente il sesso maschile, in genere nella forma sporadica ad etiologia ignota. Infatti, sebbene molti studi epidemiologici abbiano evidenziato una maggiore incidenza della malattia in alcuni gruppi di sportivi, non si può andare oltre l’attribuzione di un probabile ruolo concausale ad eventi traumatici o micro-traumatici, rimanendo le cause dell’insorgenza ancora oscure. Solo nel 10% dei casi si riconosce un carattere familiare a trasmissione autosomica dominante di cui si ritiene responsabile un gene localizzato sul cromosoma 21.

(Per la patogenesi si veda “Sclerosi Laterale Amiotrofica e p-38MAPK” in Note e Notizie del 30-07-03).

Il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor) il cui ruolo nella neurogenesi è estesamente indagato (si veda “Il VEGF induce neurogenesi per stimoli fisici e mentali” in Note e Notizie del 21-10-04), somministrato a topi affetti da SLA-sperimentale, determinava l’insorgenza di effetti collaterali vascolari e di risposta immune. Al contrario, la somministrazione nel liquido cerebro-spinale, in questa ricerca, si rivelava priva di questi effetti indesiderati ed in grado di ritardare l’insorgenza della paralisi di 17 giorni e di prolungare la vita degli animali da esperimento di 22 giorni.

Questi risultati costituiscono l’effetto terapeutico più promettente finora osservato negli animali.

In attesa dell’avvio della sperimentazione umana, che darà le risposte definitive, si possono fare due considerazioni: l’una pessimistica, l’altra ottimistica.

La prima riguarda le precedenti esperienze con fattori neurotrofici ricombinanti: il BDNF ed il fattore ciliare avevano dimostrato la capacità di prolungare la vita degli animali da laboratorio affetti da SLA-sperimentale, ma nella sperimentazione su esseri umani si erano rivelati del tutto inefficaci.

La seconda considerazione riguarda la peculiarità del VEGF, in quanto si tratta del solo fattore neurotrofico il cui ruolo nella patogenesi della SLA sia sufficientemente provato.

 

BM&L-Marzo 2005