ESISTE L’AREA CORTICALE
PER LE METAFORE?
Un insieme
circoscritto di neuroni, localizzato in corrispondenza della parte postero-superiore delle aree
39 e 40 e includente piccole parti
delle aree 19 e 7B, potrebbe essere indispensabile per la
comprensione delle metafore, indipendentemente dall’origine genetica o
acquisita di questo ruolo funzionale.
L’ipotesi dell’esistenza
dell’area delle
metafore è stata più volte avanzata
in tempi recenti, a seguito di studi di neuroimaging funzionale in pazienti non
in grado di comprendere simili astrazioni. L’argomento è tornato di attualità a
seguito della pubblicazione di un lavoro di Ramachandran della UCSD (University
of California in San Diego), di cui si dà conto in Brain Region Linked to Metaphor
Comprehension, “On the Web” Sci. Am. 293, (2), 4, 2005. In questo studio, condotto su soli quattro
pazienti, si circoscrive l’area del danno al giro angolare.
Questo si spiega
anche con la cultura neuropsicologica dell’autore che, applicando una nozione
localizzazionista convenzionale secondo cui il giro angolare conferirebbe
significato astratto alla percezione uditiva della parola, ne trova un
riscontro nei quattro pazienti esaminati. Poi, integrando questi dati con
alcuni sviluppi più recenti delle neuroscienze cognitive, va un po’ oltre la
visione classica, confermando la tendenza attuale, ancora neoconnessionista,
che vuole i neuroni del giro angolare importanti nell’integrazione sopramodale.
Ramachandran,
pertanto, conclude che la nostra capacità di astrazione non dipende strettamente
dalla comunicazione verbale. Ma bisogna osservare che questa è una tesi ormai
consolidata, prevalente fin dagli anni Ottanta in neuropsicologia e sviluppata
sulla base dei risultati di centinaia di studi. Infine, il ricercatore dell’Università
di San Diego ritiene di poter stabilire un legame costante fra questa capacità
del pensiero e il giro
angolare, come area delle metafore.
In proposito si
può osservare che i risultati degli studi di neuroimmagine condotti su pazienti
affetti da sindrome di Gertsmann, perciò incapaci di comprendere significati
simbolici e metaforici, contraddicono questa iper-semplificazione
interpretativa.
Alcuni soci di BM&L-Italia
hanno dato luogo ad un dibattito sulla fondatezza scientifica dell’ipotesi, sia
in relazione alle condizioni dell’esperimento (metodo impiegato, basso numero
di persone costituenti il campione, ecc.) sia alla concezione della fisiologia
cerebrale cui ci si è ispirati.
Alcune fra le principali
osservazioni ed obiezioni proposte dai partecipanti al dibattito rimandano agli
argomenti sintetizzati in una nostra nota dello scorso maggio (Note e Notizie 27-05-05 Una nuova
frenologia con la risonanza magnetica funzionale?).