CONTROLLO DEL DOLORE IN TEMPO REALE    

 

 

Lenire od estinguere il dolore con la forza della mente è un antico sogno dell’umanità intera e, fin dai tempi più remoti, in tutte le culture se ne rinvengono tentativi più o meno strutturati, generalmente condotti mediante pratiche empiriche in grado di agire sulla coscienza.

La valutazione della possibilità di realizzare questo sogno è di grande attualità scientifica e gli sforzi dei ricercatori sono investiti delle aspettative dei clinici, che affrontano quotidianamente il problema del dolore cronico farmacologicamente intrattabile e degli effetti collaterali dei farmaci (per un’introduzione alla farmacologia del dolore si veda: BM&L-Gruppo Strutturale sul Dolore 2005-2006 - Farmaci e meccanismi nella terapia del dolore).

E’ stato provato che sapere di poter controllare il dolore incide sulla sua intensità (Note e Notizie 23-10-04 Il dolore si riduce se si ritiene di poterlo controllare) e numerosi studi hanno evidenziato il ruolo decisivo svolto da alcune aree cerebrali nell’elaborazione della percezione algica.

Su queste basi un gruppo di ricercatori americani condotto da deCharms (Control over brain activation and pain learned by using real-time functional MRI. Proc. Natl Acad. Sci. USA 102, 18626-18631, 2005) ha deciso di valutare se il controllo condotto su un’area della corteccia anteriore del giro del cingolo (rACC), importante per la regolazione e l’elaborazione delle sensazioni dolorifiche, possa ridurre la percezione del dolore. A questo scopo hanno valutato sia volontari sani che pazienti affetti da dolore cronico mediante una procedura di neuroimaging funzionale che si attua in tempo reale e si basa sulla metodica della risonanza magnetica funzionale (real-time functional MRI o rtfMRI).

Ai partecipanti veniva mostrato il grado di attivazione della propria rACC mediante immagini video e line charts e, sfruttando queste immagini per il feed-back, li si addestrava a far variare in aumento e in diminuzione l’attività di questi neuroni. I volontari sani effettuavano i loro esercizi di modificazione della risposta della corteccia del giro del cingolo nel corso di due minuti: dopo dieci secondi dall’inizio di ciascun minuto veniva erogato uno stimolo termico nocicettivo della durata di 30 secondi e, poi, si richiedeva loro di agire sulla risposta visualizzata nei secondi successivi.

Nel caso dei pazienti con dolore cronico, l’esercizio richiesto era simile anche se, naturalmente, non vi era bisogno di stimoli dolorosi artificiali.

Dopo il training i partecipanti sani riferivano un dolore accresciuto, quando inducevano aumento dell’attività nella rACC, e diminuito quando inducevano una riduzione dell’attivazione di quell’area.

Questi risultati non sono stati riscontrati nei gruppi di controllo che si sono sottoposti a training per l’apprendimento di procedure simili, ma senza l’ausilio della rtfMRI, o usando informazioni rtfMRI provenienti da un’altra regione del cervello o da un altro soggetto.

Tutti i pazienti con dolore cronico hanno riportato una notevole riduzione dei livelli di base del dolore dopo l’intero periodo di training, in alcuni casi, più del 50%.

Il gruppo di controllo per i volontari con dolore cronico era costituito da pazienti trattati con un feed-back che agiva sulle componenti vegetative del dolore, riportando risultati notevolmente più modesti.

La metodologia seguita in questo lavoro ed il riferimento teorico che ispira l’interpretazione dei risultati, sono stati oggetto di un dibattito -sviluppato fra i soci di BM&L-Italia afferenti al gruppo strutturale di ricerca sul dolore- nel corso del quale sono stati avanzati molti dubbi, critiche e perplessità. Tuttavia, se questi risultati saranno confermati, non si può escludere che la metodica del controllo a feed-back mediante risonanza magnetica funzionale in tempo reale, giustificata o meno da una buona base teorico-interpretativa, in futuro divenga un presidio ausiliario nella terapia del dolore cronico.

 

L’autrice della nota ringrazia Giuseppe Perrella per la segnalazione del lavoro e per la discussione dell’argomento trattato.

 

Ludovica R. Poggi

BM&L-Febbraio 2006

www.brainmindlife.org