BUON COMPLEANNO

A RITA LEVI MONTALCINI

DA BM&L

 

 

L’ammirazione, la stima, la riconoscenza e l’affetto che nutriamo per Rita Levi-Montalcini, motivano la gioia con la quale le rivolgiamo gli auguri più fervidi e sinceri per il suo novantottesimo compleanno, festa per noi molto speciale, nella quale celebriamo le neuroscienze, le donne impegnate nella ricerca, e tutti i valori dei quali la nostra senatrice a vita si è fatta interprete e testimone.

Il compleanno, che quest’anno cade di domenica, per i membri della Società Nazionale di Neuroscienze “BM&L-Italia”, è un’occasione di incontro e di riflessione sui numerosi spunti e insegnamenti che si possono trarre dai suoi libri e dalle dirette testimonianze della sua vita (si veda: Note e Notizie 18-12-05 Giuseppe Perrella su Rita Levi Montalcini). Un appuntamento fisso dal 2003, al quale si sono aggiunte altre occasioni, come la celebrazione dei vent’anni dal conseguimento del Premio Nobel avvenuta lo scorso anno. Sebbene gli argomenti affrontati spazino dai problemi della ricerca in Italia all’insegnamento delle neuroscienze, tutte le discussioni prendono invariabilmente le mosse da un’introduzione biografica, come quella qui di seguito sintetizzata.

Nata a Torino il 22 aprile del 1909 dalla pittrice Adele Montalcini e dall’ingegnere elettrotecnico e matematico Adamo Levi, Rita intraprese gli studi di medicina contro il parere del padre che avrebbe preferito coltivasse interessi ritenuti a quei tempi più adatti ad una ragazza.

Frequentò la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino, dove fu allieva di Giuseppe Levi e collega di altri due Premi Nobel, Salvatore Luria e Renato Dulbecco. Laureatasi nel 1936, rimase all’Università con la funzione di assistente nell’area della psichiatria, occupandosi di biologia per intraprendere la carriera di ricercatrice; ma nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali, fu considerata ebrea ed espulsa. Nel 1939 aveva trovato asilo presso un laboratorio di neurologia in Belgio ma, poco prima dell’invasione nazista, fu costretta a rimpatriare. Non potendo più frequentare gli istituti universitari, proseguì i suoi studi in un laboratorio di fortuna allestito in casa, dove ospitò Giuseppe Levi con il quale avviò una intensa collaborazione volta al fine di determinare il ruolo dei fattori genetici (intrinseci) e ambientali (estrinseci) nella differenziazione del sistema nervoso.

Nel 1943 si trasferì a Firenze, dove visse in clandestinità ed operò come medico volontario nell’assistenza ai profughi di guerra, sotto la protezione degli Alleati. Finita la guerra, ritornò all’Università come assistente di Levi e, nel 1947, fu invitata dal neuroembriologo Viktor Hamburger a proseguire i suoi studi presso il Dipartimento di Zoologia della Washington University a St. Louis, nel Missouri. Due settimane dopo il suo arrivo, fece una scoperta sui movimenti migratori delle popolazioni neuroniche in corso di differenziazione, in seguito alla quale fu nominata professore associato. Queste stesse ricerche le valsero, poi, l’incarico di professore ordinario.

Gli studi sul fattore di crescita della cellula nervosa, NGF (Nerve Growth Factor), che la portarono al Nobel condiviso con Stanley Cohen nel 1986, cominciarono nel 1953 in Brasile, con Hertha Meyer dell’Istituto di Biofisica di Rio de Janeiro, e proseguirono a St. Louis, dove rimase fino al 1977.

Dal 1969, pur vivendo negli Stati Uniti, assunse la direzione del Centro di Ricerche di Neurobiologia del CNR dove, dal 1990, ha guidato la ricerca sul fattore di crescita da lei scoperto. Nel 1993 fu chiamata a presiedere l’Istituto Italiano dell’Enciclopedia Treccani. E’ membro di molte istituzioni di alto prestigio, quali la National Academy of Sciences (USA), la Royal Society di Londra, l’Accademia dei Lincei, l’Accademia delle Scienze e l’Accademia Pontificia. Senatrice a vita dal 2001, anno nel quale ha ricevuto la sua ultima laurea ad honorem, quella in medicina veterinaria.

Fondatrice dell’Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello, ha dato vita a numerose attività a sfondo sociale, fra cui spicca la lotta all’analfabetismo in Africa mediante la Fondazione Rita Levi-Montalcini onlus, e l’impegno contro le difficoltà del mondo giovanile affrontato dalla Fondazione “Il futuro ai giovani”.

Concludendo questa nota vi propongo, fra le sue innumerevoli virtù, le tre che ho scelto come esempio: volontà, perseveranza e rigore metodologico.

 

Isabella Floriani

BM&L-Aprile 2007

www.brainmindlife.org