ANSIA E SBALZI DI UMORE CAUSATI DAL THP

 

 

Il tono dell’umore è il prodotto del delicato equilibrio funzionale di una miriade di circuiti che sintetizzano gli effetti di stimoli provenienti dall’ambiente esterno e dall’interno dell’organismo. I fattori che possono causare la rottura di questo equilibrio sono numerosi e la loro importanza varia secondo una scala tipologica che va da quelli a diretta incidenza psichica a quelli che agiscono indirettamente, creando scompensi nei sistemi fisiologici periferici.

Per comprendere i recenti risultati della ricerca, è necessario aver presente questo quadro multi-componenziale, da decenni sotto gli occhi dei neurobiologi, ma occultato ad arte dalle case farmaceutiche che, avendo interesse a vendere farmaci in grado di agire su un neurotrasmettitore, la serotonina, hanno promosso, sostenuto, diffuso e divulgato una teoria dell’omeostasi umorale e della depressione fondata unicamente sui livelli di questa indolalchilammina (si veda “Intervista a Giuseppe Perrella”). I sistemi cerebrali (serotoninergici, noradrenergici, ecc.) responsabili delle risposte e degli stati affettivo-emozionali, sono invece al centro di un’organizzazione complessa modulata dalla fisiologia endocrina e dagli ormoni dello stress.

In questa ottica si comprende più facilmente l’importanza di un neurosteroide come il THP (allopregnanolone) che sembra svolgere ruoli non secondari nell’equilibrio emozionale.

Il THP è prodotto in risposta allo stress, e si è rivelato in grado di ridurre l’ansia rinforzando l’azione inibitoria del GABA mediata dai recettori GABA-A della regione CA1 dell’ippocampo.

E’ nota, infatti, la regolazione mediante inibizione gabaergica nei circuiti limbici, di quella sofferenza psichica che, da Freud in poi, prende il nome di angst e che, convenzionalmente, traduciamo con “ansia”. Occorre, però, aver presente che il significato del termine nella ricerca neurobiologica ha un valore più generico e, nella trasposizione dei dati di fisiologia comparata imposta dalla sperimentazione animale, include uno spettro di stati neuropsichici che vanno dall’irritabilità all’inibizione, avendo in comune con la realtà umana l’origine dall’alterazione del normale equilibrio neurofisiologico di base e l’esito in una diseconomia funzionale. A mio avviso, è molto efficace il paragone che è solito fare il nostro presidente fra il concetto di ansia in psichiatria e il concetto di entropia in termodinamica: in entrambi i casi si ha a che fare con una quota di energia sottratta al sistema di reazioni, nel primo caso non incanalata nell’attività ordinaria dei sistemi viscerali e somatici, nel secondo caso dissipata come calore. L’entropia in fisica misura il grado di disordine di un sistema (così l’ansia) e, in un sistema isolato di reazioni, paragonabile ad un sistema nervoso che ha perso il feed-back con l’ambiente affettivo, tende sempre ad aumentare, fino ad un massimo raggiunto il quale (II legge della termodinamica) la reazione si arresta. A questa tendenza si può paragonare l’inibizione che segue i lunghi periodi di sofferenza ansiosa e si manifesta sovente con una sintomatologia depressiva (G. Perrella et al. Stati ansiosi e depressione da stress: dalle metafore della psicopatologia alla patogenesi neurobiologica. Cognitive Science Club, 2, 12-26, 1992).

Shen e i suoi collaboratori del SUNY Downstate Medical Center di Brooklyn, hanno individuato un effetto del tutto opposto del THP su un sotto-tipo dei recettori del GABA, gli α4β2δGABA-A, sui quali il neurosteroide esercita effetto inibitorio (inibizione dell’inibizione). In tal modo si riduce l’inibizione tonica esercitata dagli interneuroni mediante i recettori del GABA sui neuroni piramidali dell’ippocampo, che diventano perciò più eccitabili (Reversal of neurosteroid effects at α4β2δGABA-A receptors triggers anxiety at puberty. Nature Neuroscience 10 (4): 469-477, 2007).

Questo sotto-tipo recettoriale nei topi -e probabilmente in tutti i mammiferi- è altamente espresso durante la pubertà, pertanto, da questa fase dello sviluppo e fino alla sua regolazione, il THP potrebbe accrescere o facilitare la genesi di risposte emozionali a stimoli esterni ed interni.

Non è improbabile, dunque, che le oscillazioni di umore e gli stati ansiosi, tanto facili ad insorgere quanto a svanire nel periodo post-puberale e nella prima fase dell’adolescenza, abbiano fra i mediatori il THP.

 

L’autrice della nota ringrazia Isabella Floriani per la correzione della bozza.

 

Nicole Cardon

BM&L-Aprile 2007

www.brainmindlife.org