Le basi neurobiologiche di individualità ed identità

 

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 02 giugno 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: NOTIZIA]

 

Lo scorso giovedì 31 maggio è stato presentato un nuovo gruppo della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”, per lo studio delle basi neurobiologiche dell’individualità e dell’identità. Il gruppo si prefigge il fine di fornire ai soci afferenti ad altri gruppi di studio rassegne ragionate ed aggiornate sui principali temi e problemi caratterizzanti questo campo di indagine, e di proporre quesiti da sottoporre a vaglio sperimentale ed ipotesi di lavoro per gruppi di ricerca già attivi in questo ambito.

La presentazione del gruppo ai soci, avvenuta in occasione dell’incontro mensile dei gruppi strutturali con i supervisori della Commissione Scientifica, si è articolata in una introduzione curata dal Professor Giovanni Rossi, socio decano e vice-presidente onorario, nella lettura del programma di studio da parte del dottor Simone Werner, responsabile pro tempore del team, e in una dettagliata relazione sull’argomento tenuta dalla professoressa Nicole Cardon, vice-presidente esecutivo.

La relazione ha attratto l’interesse e l’attenzione dei presenti, sollevando numerosi quesiti e dando luogo, al termine dell’esposizione del testo, ad un’istruttiva discussione a più voci. Qui di seguito si riporta, in estrema sintesi, uno spunto del testo della Cardon.

L’idea dell’esistenza di elementi mobili nel genoma, in grado di spostarsi da una parte all’altra, risale agli studi condotti da Barbara McClintock negli anni Quaranta, prima che Watson, Crick e Wilkins scoprissero la struttura a doppia elica del DNA (1953). Di tali studi la nostra Società Scientifica si è occupata fin dalla sua costituzione, rendendoli noti attraverso la didattica alle nuove generazioni (si veda anche il breve scritto “Barbara McClintock e i geni che saltano” in RUBRICHE – Vite Per la Scienza). La ricercatrice, insignita del Premio Nobel nel 1983, scoprì nel genoma del grano che, sotto stress, alcune regioni potevano migrare ed agire nella nuova sede attivando o disattivando geni.

Attualmente sappiamo che sequenze del DNA, dette jumping genes, sono particolarmente attive nel cervello, in special modo durante lo sviluppo, ed agiscono producendo copie di sé ed inserendo questa sequenza in un altro punto del genoma di una cellula. Nella loro nuova sede i “geni che saltano”, detti elementi trasponibili o trasposoni, talvolta non hanno alcun effetto sui geni vicini, ma talaltra li attivano, determinando una specifica influenza sul funzionamento di quella cellula. I cambiamenti indotti da questi elementi genetici mobili nei neuroni del sistema nervoso centrale, possono infine risultare in differenze nel funzionamento cerebrale fra persone, inclusi i gemelli monovulari.

Differenze biologiche individuali, anche con un genoma di partenza identico, si possono sviluppare in seno al DNA cerebrale grazie all’azione di questi elementi genetici mobili che, insieme con le differenze individuali dovute alla selezione nel corso dello sviluppo e agli effetti dell’ambiente, costituiscono delle importanti basi biologiche dell’unicità di ciascuno e, probabilmente, della sua stessa identità.

Grazie a ricercatori appartenenti a scuole di genetica molto influenti, come quella rappresentata da Fred H. Gage al Salk Institute for Biological Studies di La Jolla (California), questo filone di ricerca ha assunto una notevole importanza e, perciò, sarà seguito con estrema attenzione dal nostro nuovo gruppo di studio al quale, a nome di tutti i soci e mio personale, auguro buon lavoro.

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-02 giugno 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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