Basi della tendenza impulsiva degli adolescenti

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 12 maggio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La tendenza al comportamento impulsivo, così spesso rilevata nell’adolescenza, è stata studiata in passato, prima come effetto dell’intensa stimolazione del cervello da parte degli steroidi sessuali e poi come un effetto collaterale della maturazione post-natale dell’encefalo. Alcuni ricercatori, anche in tempi relativamente recenti, hanno attribuito grande rilievo alle immagini funzionali del cervello che registravano configurazioni di attività molto diverse da quelle mediamente rilevate negli adulti, giungendo a conclusioni estreme, quali quella di considerare l’adolescente “una creatura totalmente diversa” (Si veda in Note e Notizie 14-10-06 Il cervello degli adolescenti: una riflessione critica).

Attualmente, l’impulsività degli adolescenti è considerata un costrutto multidimensionale e la maggior parte dei ricercatori concorda con l’opinione espressa molte volte in passato da Giuseppe Perrella, Nicole Cardon e Diane Richmond, secondo la quale distinte reti neuroniche costituirebbero la base neurofunzionale di un tratto psichico cui contribuirebbero caratteristiche genetiche ed endofenotipiche. Un lavoro condotto da Robert Whelan con numerosissimi colleghi provenienti da istituti scientifici europei, americani e australiani, conferma la visione della nostra scuola neuroscientifica, identificando distinte reti corticali e subcorticali alla base di vari aspetti della psicologia adolescenziale (Whelan R., et al. Adolescent impulsivity phenotypes characterized by distinct brain networks. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3092], 2012).

Fra le istituzioni di provenienza degli autori citiamo le seguenti: Departments of Psychiatry and Psychology, University of Vermont, Burlington, Vermont (USA); Institute of Neuroscience, Trinity College, Dublin (Irlanda); Institute of Psychiatry, King’s College, London (Regno Unito); Department of Child and Adolescent Psychiatry and Psychotherapy, Central Institute of Mental Health, Mannheim (Germania); Queensland Brain Institute and School of Psychology, The University of Queensland, St. Lucia (Australia); Centre National de Génotypage, Evry (Francia); Department of Psychiatry, Université de Montreal, CHU Ste Justine Hospital, Montreal, Canada.

Le reti neuroniche presumibilmente responsabili dei tratti cognitivi, comportamentali e psicopatologici tipici dell’adolescenza, non sono state fino ad oggi identificate, per questo motivo i ricercatori hanno tentato una prima definizione di correlazioni morfo-funzionali indicanti il probabile sostrato neurobiologico di prestazioni a prove cui è stato sottoposto un grande campione (n = 1,896) di ragazzi di quattordici anni di età. In particolare, sono state identificate aree corrispondenti a reti corticali e sottocorticali apparentemente responsabili delle attività inibitorie condotte con successo e dei tentativi inibitori falliti (valutazione di efficacia del controllo inibitorio fisiologico).

L’osservazione ha consentito di associare differenti reti con l’uso di sostanze psicotrope (n = 1,593) e con i sintomi del disturbo dell’attenzione con iperattività (n = 342).

L’ipofunzione di una specifica rete corticale orbitofrontale è risultata strettamente associata alla probabilità di cominciare a fare uso di droghe nella prima adolescenza. Invece, l’attività nella regione frontale inferiore destra era associata alla velocità dei processi di inibizione (n = 826) e all’uso compulsivo di sostanze psicotrope illegali, così come ad una variazione del gene della proteina trasportatrice della noradrenalina o NAT (n = 819).

Questi risultati, per quanto parziali e particolarmente riferiti ad un aspetto del comportamento impulsivo adolescenziale che frequentemente accresce la vulnerabilità per lo sviluppo di dipendenza compulsiva, indicano che le manifestazioni di impulsività sono determinate sia da endofenotipi neurali che da variazioni genetiche.

 

L’autore della nota invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Roberto Colonna

BM&L-12 maggio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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