IL VEGF INDUCE NEUROGENESI PER STIMOLI FISICI E MENTALI

 

 

L’importanza dei fattori di crescita della cellula nervosa è nota fin dal tempo degli studi sul Nerve Growth Factor che valsero il premio Nobel a Rita Levi-Montalcini. Tuttavia, per molto tempo, si è guardato a queste molecole soltanto in funzione del loro intervento nei processi di sviluppo embrionario, per ciò che concerneva i mammiferi e la specie umana in particolare. Dalla scoperta della neurogenesi nel cervello umano adulto, un nuovo interesse porta a nutrire speranze per l’impiego di questi fattori in tutte quelle condizioni patologiche in cui lo sviluppo di nuovi neuroni potrebbe avere decisivi effetti terapeutici.

Uno studio di estremo interesse, sia per le sue implicazioni teoriche sia per future prospettive terapeutiche, è stato recentemente pubblicato da Cao e collaboratori (VEGF links hippocampal activity with neurogenesis, learning and memory. Nature Genetics 36, 827-835, 2004).

Nei mammiferi adulti la zona sub-granulare dell’Ippocampo è uno dei più attivi siti di neurogenesi, ed il tasso di nuovi neuroni in quest’area può essere aumentato in vario modo, ad esempio attraverso l’esercizio fisico, l’apprendimento e le esperienze correlate ad un ambiente ricco e variato.

Cao e i suoi colleghi hanno dimostrato che uno degli effettori comuni per queste diverse cause all’origine dello sviluppo di nuovi neuroni è il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor). La sua azione si esplica attraverso il recettore KDR, qualunque sia la causa che abbia determinato l’aumento della sua espressione da parte dei neuroni dell’Ippocampo.

L’impiego terapeutico del VEGF, qualora si confermassero questi risultati, potrebbe essere ipotizzato nella depressione, in tutta la patologia da trauma psichico (sindromi PTSD e ASD del DSM-IV/TR) che notoriamente si accompagna a perdita di neuroni ippocampali, come in tutti i disturbi da stress protratto.

        

BM&L-Ottobre 2004