VARIAZIONI DI RITMO: RUMORE O PARTE DEL SEGNALE?  

 

 

I neuroni sensoriali, motori e corticali, rispondono alle correnti costanti di impulsi che ricevono, con un ritmo di potenziali d’azione regolare anche se lievemente decrescente. In molti casi, però, accade che gli intervalli fra i picchi dei potenziali sembrano variare casualmente durante l’attività.

Per molto tempo si è ritenuto che queste lievi “deviazioni dal corso regolare” fossero semplicemente espressione dell’imperfezione dei complessi biologici alla base dei fenomeni biofisici di membrana e, pertanto, etichettate come “rumore” (neural noise).

Recentemente si sta facendo strada l’ipotesi che queste variazioni possano essere specifiche modulazioni del segnale, mettendo in crisi l’assunto tradizionale secondo cui il ritmo di scarica costituisca il maggior veicolo di informazione nel sistema nervoso ed ogni variazione nel ritmo di risposta ad uno stimolo costante semplicemente riduca l’informazione convogliata da quel neurone.

Numerosi lavori, condotti su sistemi neuronali diversi, hanno dato prova dell’importanza della variabilità nel tasso di scarica, identificandone un possibile ruolo funzionale.

Stein, Gossen e Jones (Neuronal Variability: Noise or part of the signal? Nature Reviews Neuroscience 6 (May) 389-397, 2005) hanno esaminato accuratamente le maggiori  ricerche condotte in questo campo ed hanno sviluppato una discussione molto interessante, concludendo che nelle varie aree del sistema nervoso la variabilità può avere un diverso e specifico ruolo fisiologico.

 

BM&L-Maggio 2005