BASI DEGLI EFFETTI BENEFICI DI UMORISMO E RISATE

 

(OTTAVA PARTE)

 

Willibald Ruch con le sue allieve Heidi Stolz e Sandra Rusch ha condotto uno studio non ancora pubblicato[1] nel quale 96 persone giudicate in buono stato di salute psichica sono state sottoposte ad esercizio secondo il programma di Paul McGhee. I risultati, secondo quanto riferito dallo stesso Ruch, sembra siano stati davvero lusinghieri per il presidente del Laughter Remedy: i partecipanti si dichiaravano contenti della propria vita ed apparivano spontaneamente più allegri di prima. Da notare che questi effetti benefici sono durati almeno due mesi.

Il programma in otto passi di McGhee sembra particolarmente efficace, anche se nel confronto con altri metodi non si possono escludere effetti dovuti alle caratteristiche del campione, al luogo di esecuzione, al rapporto stabilito con i volontari ed anche alla suggestione positiva creata dalla buona fama.

Ilona Papousek e Günter Schulter, psicologi dell’Università di Graz in Austria, hanno elaborato un loro metodo della durata di tre settimane che insegna alle persone a diventare più allegre. L’impiego di tale programma per uno studio pubblicato nel 2008, ha prodotto effetti rilevanti sull’umore dei partecipanti che, oltre ad aver migliorato il proprio umore, si sentivano più sereni ed apparivano più calmi. Un aspetto non trascurabile è la documentazione dell’efficacia psicosomatica espressa da un apprezzabile abbassamento dei valori della pressione arteriosa. Si deve tuttavia rilevare che l’effetto prodotto dall’insegnamento di Papousek e Schulter non è paragonabile a quello del programma di McGhee in quanto a durata, perché le tre settimane di corso degli psicologi di Graz lasciavano effetti benefici per un periodo di tempo più limitato che, in alcuni casi, non superava i due giorni, a fronte dei due mesi ed oltre del perdurare dello stato mentale indotto dalle due settimane di esercizio ideato dal presidente dell’associazione di Wilmington.

Proprio sulla base di questa efficacia è stata avviata una sperimentazione terapeutica del metodo in otto passi per il trattamento di stati depressivi di rilievo clinico. Le psichiatre Barbara Wild e Irina Falkenberg, ora alla Philipps-University di Marburg, in Germania[2], hanno adottato il programma di McGhee per pazienti ai quali era stata diagnosticata una depressione di grado lieve.

E’ importante rilevare, come ha spesso sottolineato la Wild, che l’umorismo era considerato una sorta di tabù in psicoterapia. L’impiego di un mezzo così poco tecnico e così lontano da uno studio scientifico della psicopatologia del paziente appariva incongruo e poco professionale, quasi si suggerisse ad una persona che presenta la sofferenza di uno stato depressivo di riderci su, come se invece di un serio disturbo psichico si trattasse di una piccola noia della vita quotidiana.

 

[continua]

 

La curatrice della nota ringrazia il Presidente della Società Nazionale di Neuroscienze, Giuseppe Perrella, autore della relazione qui sintetizzata e divisa in parti per i visitatori del sito.

 

Isabella Floriani

BM&L-Luglio 2009

www.brainmindlife.org

 

 

[Tipologia del testo: SINTESI DI UNA RELAZIONE]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] A quanto risultava al presidente all’atto della sua relazione.

[2] Da anni in quella sede si organizzano simposi e scuole estive su teoria, ricerca ed applicazione nel campo dell’umorismo e della risata, patrocinati dalla International Society for Humor Studies (ISHS): http://www.hnu.edu/ishs/.