Traumi Cranici
Nuove
protesi realizzate in 3d
I traumi cranici sono estremamente frequenti in Italia, come
testimoniato dalle casistiche di vari ospedali ed istituti. Purtroppo, però,
non possiamo fornire stime epidemiologiche precise in quanto non disponiamo di
dati numerici accurati circa l’entità del fenomeno, per la mancanza di
un’attività comparabile a quella dei Centers for Disease Control and Prevention
(CDC) degli USA. I dati del CDC fanno
rabbrividire: i traumi cranici con danno cerebrale sono un milione e mezzo
l’anno (in un paese con una frequenza di incidenti stradali molto più bassa
della nostra), oltre quattromila al giorno, più di 80.000 persone ogni anno si
aggiungono alla lista dei disabili permanenti, che raggiungono un totale di
oltre 5.300.000 riconosciuti ed assistiti.
La cura del danno osseo non appare certo una priorità, ma
sarebbe un errore sottovalutarne l’importanza. E’ possibile attualmente
realizzare protesi delle ossa craniche in idrossiapatite porosa, disegnate con
la massima precisione sulla base di modelli tridimensionali ottenuti dalla
elaborazione dei dati provenienti dalla Tomografia Computerizzata (TC). La TC,
che ai suoi esordi veniva realizzata con apparecchi assiali, da cui il nome “Tomografia
Assiale Computerizzata” (TAC), si è poi evoluta attraverso tre generazioni di
apparecchi fino alle attuali unità CT veloci in grado di fornire una grande
quantità di dati, che possono essere elaborati con l’algoritmo di ricostruzione
tridimensionale senza perdita di informazione.
L’idrossiapatite porosa è una bioceramica che, grazie alla
presenza di micro e macro fori, può essere colonizzata dagli osteoblasti (cellule
osteogenetiche) che la rendono in tutto simile all’osso perduto. L’unica
differenza di rilievo è costituita dalla maggiore fragilità rispetto alla
diploe e ai tavolati cranici, la cui complessa architettura, insieme con le
caratteristiche delle proteine, conferisce all’osso naturale proprietà
biomeccaniche ineguagliate.
Di recente all’Ospedale di Padova è stata impiantata, per la
prima volta in Italia, una simile protesi in un uomo di 58 anni che lo scorso
anno aveva subito uno sfondamento fronto-temporale sinistro, ampio circa 8
centimetri per 9. L’idrossapatite porosa è stata modellata su un calco in
resina realizzato dalla Fin-Ceramica di Faenza che ha elaborato in 3D le
scansioni TC.
BM&L-Maggio2003