SVILUPPO CORTICALE: LO STATO DELL’ARTE 

 

 

In tempi recenti si è assistito ad una crescita esplosiva del numero di ricerche volte allo studio dello sviluppo corticale, al punto che risulta difficile seguirne i progressi e registrarne i risultati. Allo scopo di fare il punto della situazione per gli specialisti del campo e per tutti gli studiosi di neuroscienze, la rivista Neuron (Vol. 46, Issue 3, May 2005) ha disposto la realizzazione di una serie di mini reviews che trattano in particolare i seguenti aspetti dello sviluppo della corteccia cerebrale:

 

1)   neurogenesi

2)   determinazione del destino

3)   migrazione e differenziazione

4)   collegamenti.

 

BM&L ha dedicato varie sessioni di studio a questi argomenti, in particolare occupandosi dei processi che consentono ai neuroni di trovare la propria sede nella complessa architettura corticale. Due anni fa, recensendo quattro importanti ricerche in questo campo, Linda Faye Lehman e Giuseppe Perrella concludevano che il destino degli interneuroni corticali è prevalentemente specificato prima che essi raggiungano la corteccia cerebrale, sebbene sia dimostrato che un sottoinsieme di questi neuroni assuma anche informazioni dagli strati corticali in cui queste cellule cercano la propria sede (Linda Faye Lehman & Giuseppe Perrella, “How cortical interneurons find their address”. BM&L-INTERNATIONAL, Views and News, 09/11, 2003; “Come gli interneuroni corticali trovano la propria sede”. BM&L-ITALIA, Note e Notizie, 15-09-03).

Recentemente i soci di BM&L-Italia, in un incontro didattico, hanno approfondito due fra le tecniche più recenti per lo studio del percorso maturativo compiuto dai precursori neuronici: enhancer trapping e retrovirus tagging.

La tecnica del retrovirus tagging (contrassegno mediante retrovirus) ha già fornito un’importante conferma: le cellule che originano insieme nella zona proliferativa tendono a rimanere associate durante tutta la migrazione che si accompagna allo sviluppo. Un altro importante -e per certi versi sorprendente- risultato si è avuto studiando lo sviluppo di strutture nervose sensoriali. Con questa tecnica, infatti, sono state marcate cellule progenitrici della retina, evidenziando che il clone derivato da una singolo progenitore dà luogo sia a cellule bipolari che a cellule dei coni.

 

BM&L-Maggio 2005