INFLUENZA SUBLIMINALE NELLE DECISIONI UMANE

 

 

E’ esperienza comune che alcune persone si lascino influenzare facilmente ed altre siano molto resistenti ad ogni influenza, infatti esistono differenze individuali circa il grado e il tipo di suscettibilità alle influenze esterne, tali che per ciascuno di noi si potrebbe tracciare un profilo di influenzabilità. Tuttavia, secondo una visione che domina la psicologia sperimentale da quasi mezzo secolo, le differenze individuali sono tutte legate a processi psichici coscienti e, dunque, aggirato l’ostacolo della coscienza, tutti noi, come accade nell’ipnosi, saremmo ugualmente influenzabili.

Su questa ipotesi si sono basati gli esperimenti volti ad esplorare gli effetti della percezione non cosciente o subliminale. Fin dagli anni Sessanta, con l’uso del tachiscopio, si sono studiati gli effetti della presentazione di immagini, parole o numeri, per un tempo di qualche centinaio di millisecondi, sufficiente alla percezione ed alla elaborazione automatica, ma troppo breve perché i soggetti fossero coscienti di ciò che avevano visto. Oggi, procedure simili, ma con sistemi computerizzati molto più sofisticati, si impiegano in vari campi della ricerca psicologica, incluso quello del “decision making”.

La grande mole di studi condotti mediante percezione subliminale è stata caratterizzata da risultati spesso contraddittori, controversi o poco significativi, ma l’affinamento di materiali e metodi, in particolare per l’osservazione morfo-funzionale del cervello durante le prove, ha prodotto dati sempre più significativi ed affidabili. Un recente lavoro di Pessiglione e colleghi del Wellcome Center for Neuroimaging, dell’Institute of Neurology dello University College of London, dimostra il condizionamento subliminale nelle decisioni di soggetti volontari e, soprattutto, riconosce la base neurofunzionale di questa forma di apprendimento associativo (Pessiglione M., et al. Subliminal instrumental conditioning demonstrated in the human brain. Neuron 59 (4), 561-567, 2008; per un commento editoriale si veda: Neuron 59 (4), 525-527, 2008).

I ricercatori prendono le mosse da un problema storico nelle neuroscienze: in che modo il cervello usa il successo e il fallimento per ottimizzare le decisioni future? Una soluzione computazionale implica l’aggiornamento del valore delle associazioni contesto-azione in proporzione all’errore di previsione della ricompensa. Evidenze emerse da precedenti lavori suggeriscono che questi calcoli sono espressi nei nuclei del corpo striato (cui appartengono il nucleo caudato e il putamen, quest’ultimo parte del nucleo lenticolare) e, poiché risultano impenetrabili alla cognizione, si ritiene rappresentino un meccanismo di apprendimento inconscio.

Per sottoporre a verifica sperimentale questa ipotesi, i ricercatori hanno studiato il condizionamento strumentale in una situazione in cui hanno mascherato dei suggerimenti contestuali, in modo che non fossero percepiti coscientemente.

E’ stato studiato mediante Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI, da functional Magnetic Resonance Imaging) il cervello di 20 soggetti volontari (11 uomini e 9 donne) di età compresa fra i 18 e i 39 anni, ai quali sono state proposte delle prove di condizionamento subliminale (Subliminal Conditioning Task) consistenti nel prendere delle decisioni che avrebbero potuto avere tre esiti: la vincita di una sterlina, la perdita di una sterlina o un nulla di fatto. In ogni prova appariva sullo schermo come un breve flash di 33-50 millisecondi (precedentemente calibrato sul singolo soggetto) un suggerimento mascherato che indicava la scelta ottimale per la prova successiva.

Sebbene i partecipanti non potessero percepire coscientemente i suggerimenti, sembravano imparare da questi: col procedere dell’esperimento, la percentuale di risposte corrette aumentava e, corrispondentemente, l’attività nello striato ventrale aumentava per il suggerimento che era di fatto una ricompensa mascherata e diminuiva per il suggerimento che rappresentava una punizione mascherata. L’esame delle immagini fMRI mediante un modello computerizzato ha mostrato che, durante il condizionamento, il valore dei suggerimenti e la previsione degli errori erano entrambi concordanti con l’attività dello striato ventrale.

Questi risultati individuano nella porzione ventrale dello striato la sede dei circuiti attivi nel processo di apprendimento inconscio e suggeriscono che, anche senza l’elaborazione cosciente dei suggerimenti contestuali, il nostro cervello è in grado di apprendere il loro valore di ricompensa e usarlo per generare una bias, ossia una tendenza implicita nelle decisioni.

 

Giovanni Rossi

BM&L-Ottobre 2008

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]