LA RISPOSTA ALLO STRESS E’ INFLUENZATA DA NPY

 

 

La comprensione delle differenze individuali di risposta allo stress richiede una spiegazione genetica di influenze svolte a vari livelli fenotipici, che includono comportamenti complessi e risposte metaboliche di varie regioni cerebrali.

Negli anni recenti, l’interesse per il Neuropeptide Y (NPY) è cresciuto al crescere delle conoscenze sui processi ai quali prende parte, e la dimostrazione della sua azione ansiolitica e di altri effetti psichici ha suggerito lo studio di agonisti dei suoi recettori come farmaci nei disturbi ansiosi e depressivi.

La biosintesi di NPY, che comincia dai ribosomi del reticolo endoplasmico e procede con l’elaborazione nell’apparato di Golgi (initial processing) e nelle vescicole di grande diametro a cor denso (final processing and storage), porta dal proneuropeptide Y, mediante la rimozione del peptide segnale, del frammento POMC ed altre modifiche, alla sequenza bioattiva che, per effetto del trasporto delle vescicole lungo l’assone, raggiunge i siti di rilascio.

La sintesi di NPY è stata inizialmente riscontrata nel nucleo arcuato -che riceve fibre dal locus coeruleus, importante nucleo di mediazione adrenergica della risposta allo stress- ma attualmente è noto che il peptide è ampiamente espresso nei neuroni di varie aree del sistema limbico che sono implicate nelle reazioni di allerta e nell’attribuzione di valenza emotiva agli stimoli percepiti e alle memorie. Le risposte indotte dal CRH sono antagonizzate da NPY che sopprime le scariche dei neuroni noradrenergici del locus coeruleus, quando è iniettato nel tronco encefalico.

Su questa base, il sistema di segnalazione di NPY, che proietta al nucleo accumbens, al nucleo centrale dell’amigdala, al setto, al grigio periacqueduttale e all’ippocampo, si ritiene che possa avere un ruolo nella regolazione delle risposte emozionali di base e nella genesi dell’ansia; anche se per formulare ipotesi più precise sarà necessario conoscere meglio i suoi recettori.

Una parte delle difficoltà della ricerca volta alla definizione di un ruolo di NPY nella fisiologia delle emozioni e dello stress, sembra si possa attribuire a differenze individuali. Un gruppo di ricerca del Laboratory of Neurogenetics NIAAA dei National Institutes of Health di Bethesda, diretto da Goldman, ha condotto uno studio che apre una via alla comprensione di alcune differenze individuali nella risposta allo stress e alla conoscenza dei differenti aspetti che può assumere il ruolo del sistema di segnalazione legato a questo peptide per effetto di variazioni genetiche (Zhou Z., et al. Genetic variation in human NPY expression affects stress response and emotion. Nature 452, 997-1001, 2008).

In questo studio si dimostra che le variazioni di espressione del neuropeptide NPY indotte da aplotipi, influenzano i livelli del peptide nel plasma e del suo mRNA nel cervello post-mortem e nei linfoblasti: un aplotipo era associato con bassi livelli (LL), due altri con alti livelli (HH).

Per verificare eventuali differenze di risposta legate ai diversi alleli nelle strutture che mediano la fisiologia delle emozioni, è stata studiata la funzione dei neuroni del complesso nucleare amigdaloideo durante esperienze visive di elevato contenuto emotivo.

In risposta ad immagini di espressioni facciali evocanti una minaccia, l’attività nell’amigdala era molto più alta negli individui LL che in quelli HH. Gli individui LL presentavano un livello più basso di rilascio di oppioidi in varie regioni cerebrali in risposta al dolore e allo stress degli individui HH e, coerentemente, manifestavano una minore resistenza a questi stimoli.

Il polimorfismo di un singolo nucleotide (SNP rs16147) localizzato nella regione del promotore, altera l’espressione di NPY in vitro e sembra poter rendere conto per più della metà della variazione di espressione osservata in vivo.

Questi risultati sono coerenti con l’attribuzione, al sistema di segnalazione costituito da NPY e dai suoi recettori, di un ruolo di regolatore delle risposte allo stress nelle sue varie forme e delle alterazioni funzionali che accompagnano il tratto ansioso degli animali da esperimento, ed indicano che le variazioni genetiche di NPY potrebbero contribuire alle differenze individuali nella resistenza allo stress, che è anche alla base della differente incidenza e gravità di molti processi patologici.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per la correzione della bozza e invita a scorrere l’elenco delle “Note e Notizie” di questo sito per recensioni di lavori di argomento correlato.

 

Nicole Cardon

BM&L-Maggio 2008

www.brainmindlife.org