SEDI CEREBRALI DIVERSE PER RICONOSCERE PARTI DEL CORPO E LORO AZIONI

 

 

Il riconoscimento di parti del corpo e delle azioni che queste compiono, costituisce una delle modalità paradigmatiche di attribuzione del senso alle forme percepite, per questo, individuare la sede morfo-funzionale dei processi che consentono al cervello di distinguere e riconoscere forme corporee ed atti compiuti, va ben oltre lo studio dell’elaborazione della percezione visiva, contribuendo alla comprensione dell’evoluzione dei processi cognitivi.

In uno studio che ha impiegato la stimolazione magnetica transcranica (STM), Urgesi e collaboratori dell’Istituto Medea di San Vito al Tagliamento, nella provincia di Pordenone, hanno sottoposto a verifica l’ipotesi secondo cui la discriminazione delle forme corporee e l’elaborazione dei movimenti che queste compiono, hanno sedi diverse (Urgesi et al., Representation of body identity and body actions in extrastriate body area and ventral premotor cortex. Nature Neuroscience 10, 30-31, 2007).

Mediante SMT ripetuta, i ricercatori creavano interferenza con le funzioni di varie aree cerebrali: In una prova in cui si dovevano distinguere le mani di due persone che compivano la stessa azione, quando la SMT disturbava l’area corporea extrastriata (ACE), i volontari impiegavano un tempo più lungo per eseguire il compito. L’esecuzione della prova opposta, in cui i soggetti dovevano riconoscere le stesse mani in due azioni diverse, era disturbata quando la STM interferiva con la corteccia premotoria ventrale (CPV).

Si deduce che l’ACE è rilevante per distinguere la conformazione di parti del corpo e la CPV per le azioni che queste compiono. Ulteriori studi consentiranno di comprendere i rapporti fra queste localizzazioni funzionali e le altre finora definite, cominciando a delineare un abbozzo dei rapporti fra identità della forma e significato del movimento nelle immagini del nostro corpo e di quello degli altri.

 

L’autrice della nota ringrazia Isabella Floriani per la correzione della bozza.

 

Diane Richmond

BM&L-Gennaio 2007

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