SCLEROSI MULTIPLA ED ANTICORPI PREDITTIVI

 

 

Nel loro insieme le oltre 40 malattie autoimmuni, che includono il diabete insulino-dipendente (tipo 1), l’artrite reumatoide, il morbo celiaco, la malattia di Addison, il lupus eritematoso sistemico, la sclerosi multipla e malattie come la miastenia grave in cui gli autoanticorpi partecipano alla patogenesi del danno, costituiscono la terza causa di malattia e morte dopo le patologie cardiovascolari ed oncologiche. Numerosi studi, i primi dei quali sono stati condotti sul diabete di tipo 1, hanno evidenziato la presenza di autoanticorpi nel sangue di persone a rischio di ammalarsi, anche dieci anni prima dell’insorgere delle manifestazioni cliniche. Queste immunoglobuline sono state definite anticorpi predittivi e, già da alcuni anni, si lavora per un loro impiego nella diagnosi preventiva di singoli casi o in programmi di screening (Abner Louis Notkins, New Predictors of Disease. Scientific American 296 (3): 54-61, 2007).  

Il 15 luglio 2003, in un incontro di aggiornamento sulla sclerosi multipla, BM&L-Italia presentava e proponeva sul sito web un lavoro di Berger e collaboratori, pubblicato appena cinque giorni prima sul New England Journal of Medicine, ed attualmente considerato una pietra miliare negli studi volti alla messa a punto di strumenti in grado di prevedere l’andamento della malattia (Sclerosi Multipla – Aggiornamento – BM&L-Italia, Napoli 15-07-03).

Spesso la sclerosi multipla si presenta con un esordio sintomatico lieve, seguito dalla scomparsa di ogni manifestazione per un periodo di tempo variabile, che in alcuni casi può protrarsi per anni. In altri casi l’andamento della malattia è caratterizzato da sintomi più gravi con periodi di remissione e riacutizzazione frequenti, e in un ultimo gruppo di pazienti lo stato clinicamente manifesto non conosce soluzioni di continuità. Lo studio del gruppo di Berger e molti altri lavori simili, oggi ci forniscono le basi per prevedere le caratteristiche del decorso e programmare in modo adeguato ogni intervento medico.

In quella ricerca fu testata la presenza ed il titolo di due autoanticorpi antimielina (contro la proteina oligodendrocitica della mielina, MOG, e contro la proteina basica della mielina, MBP) in 103 pazienti da poco diagnosticati di sclerosi multipla. Coloro che presentavano tali autoanticorpi avevano una probabilità circa quattro volte maggiore di andare incontro alla recidiva, e lo sviluppo dei sintomi si verificava in tempi più brevi.

Lo scorso giovedì 22 marzo, nell’incontro del gruppo di studio sulle malattie demielinizzanti di BM&L-Italia, sono stati proposti dati bibliografici di aggiornamento su questo argomento, che concordano nel dimostrare l’affidabilità di vari anticorpi predittivi nella diagnostica e nel monitoraggio della sclerosi multipla. In particolare, si faceva notare che un semplice procedimento in tre fasi, messo a punto in vari laboratori a scopo sperimentale, potrebbe diventare routine ambulatoriale:

 

1)      estrazione del plasma da un campione di sangue;

 

2)      cimento del plasma con un chip contenente gli autoantigeni mielinici;

 

3)      inserimento dei risultati in un programma computerizzato che calcola probabilità e rischi sulla base delle ricerche più recenti.

 

Purtroppo, il lavoro finalizzato alla realizzazione ed alla standardizzazione di procedure di impiego clinico ha recentemente subito un arresto per vari motivi, fra i quali ha assunto un posto di rilievo la difficoltà di finanziare la messa a punto di un nuovo strumento diagnostico al quale non fanno riscontro nuove possibilità terapeutiche.

 

L’autrice della nota ringrazia Isabella Floriani per la correzione della bozza.

 

Nicole Cardon

BM&L-Marzo 2007

www.brainmindlife.org