Il 15 maggio l’ANSA dà come notizia del giorno quanto noi
avevamo già pubblicato il 12 Aprile sul sito di BRAIN MIND & LIFE (vedi: The name Urbani proposed for the new coronavirus in “Views and News” del 12 Aprile e, al corrispondente italiano
“Note e Notizie” dello stesso giorno, vedi: Il
nome Urbani è stato proposto per il nuovo coronavirus che causa la SARS e, anche, Breve ricordo
di Carlo Urbani del 4 aprile) ovvero che il
gruppo di ricerca di cui faceva parte lo stesso Carlo Urbani, proponeva di dare
al nuovo coronavirus il nome del presidente di Medecins Sans Frontieres. In
quella circostanza precisavamo anche che L’articolo originale sarebbe stato pubblicato sul numero del
15 maggio
2003 del New England Journal of Medicine, in altre parole la comunicazione anticipata, sull’edizione
on-line del New England Journal of Medicine, sarebbe stata seguita
dall’edizione cartacea del quindici maggio. L’ANSA scrive testualmente: “A dedicare il nuovo
tipo di virus a Carlo Urbani sono oggi, in un articolo sull'edizione on line
del New England Journal of Medicine, gli stessi autori della scoperta, che
appartengono a gruppi dei Centri per il controllo delle malattie (Cdc) degli
Stati Uniti e a universita' e centri di ricerca di Vietnam, Cina e Taiwan.” (ANSA, 15/05/2003 15:50).
Si deve rilevare
che, oltre alla svista temporale, anche il prosieguo della comunicazione ci
pare alquanto confuso e impreciso. Sarà il caso di spiegare come stanno le
cose.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, in inglese
World Health Organization o WHO) ha creato in brevissimo tempo un network in 10
diversi paesi di 13 laboratori, in continuo interscambio di informazioni e
dati, allo scopo di agire come un’unica struttura coordinata e cooperante, che
evitasse inutili doppioni ed accelerasse i tempi delle procedure più meccaniche
e ripetitive. Di questa rete fanno parte sia i laboratori dei Centers for
Disease Control and Prevention (CDC) sia il laboratorio per il quale stava
lavorando Carlo Urbani. L’esperienza ha condotto ad un risultato senza
precedenti: in due settimane è stato identificato il virus, in altre due
settimane sequenziato il genoma e definita la struttura della proteasi più
importante per l’azione patogena. Se si pensa che per riconoscere il virus HIV
quale causa dell’AIDS sono stati necessari due anni, si comprende l’efficienza
di questo metodo di collaborazione.
La “notizia” in senso giornalistico è un’altra e, per quanto
abbiamo cercato, non siamo riusciti a trovarla su nessun mezzo di comunicazione
italiano: per la prima volta nella storia dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità è stato dichiarato l’Allarme Mondiale o Global Alert. Perché questo è
avvenuto e quanto fosse opportuno, si discute nella “Nota” dal titolo “SARS e Psicologia”.
BM&L-Maggio 2003