SINDROME DI RETT: ORIGINE DEL FENOTIPO

 

 

La sindrome descritta da Andres Rett nel 1966 si classifica fra i disturbi pervasivi dello sviluppo e si presenta pressoché esclusivamente il sesso femminile[1] con una prevalenza molto più bassa del disturbo autistico. E’ causata da mutazioni in un gene associato al cromosoma X, che codifica la proteina MeCP2 (methyl-CpG binding protein 2), e clinicamente si caratterizza per deficit specifici multipli, che compaiono dopo un periodo di evoluzione normale.

La sindrome è spesso diagnosticata in ritardo, perché ad uno sviluppo psicomotorio normale nei primi 5 mesi di vita, seguono segni spesso lievi e difficili da rilevare in una bambina che non venga monitorata con frequenza. Ad esempio, il cranio che aveva avuto un accrescimento normale, può rallentare il suo sviluppo fra i 5 e i 48 mesi; alcune abilità manuali finalistiche già acquisite, si perdono progressivamente entro i 30 mesi e sono sostituite da movimenti stereotipati delle mani. Il Ritardo Mentale è praticamente sempre presente e il suo grado, in genere, varia da grave a gravissimo. L’involuzione e il ritardo dello sviluppo delle abilità cognitivo-comunicative e psicomotorie sono progressivi e particolarmente marcati in assenza di trattamento logopedico e psicomotorio. Il Manuale Diagnostico-Statistico dell’American Psychiatric Association (DSM-IV-TR) lo classifica fra i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, con il nome di “Disturbo di Rett” [codice F84.2, corrispondente a 299.80 dell’ICD-9].

Come accennato più sopra, si ritiene che il complesso fenotipo comportamentale della sindrome di Rett sia causato da mutazioni in MeCP2, un gene essenziale per lo sviluppo dell’encefalo. Fyffe e collaboratori del Department of Molecular and Human Genetics del Baylor college of Medicine di Houston, nel Texas, ipotizzando che la delezione selettiva di MeCP2 in gruppi discreti di neuroni potesse fornire informazioni sulle basi di singoli aspetti della patologia, hanno sperimentato questo procedimento su neuroni appartenenti ad aree funzionali ipotalamiche diverse (Fyffe S. L., et al. Deletion of MeCP2 in Sim1-expressing neurons reveals a critical role for MeCP2 in feeding behaviour, aggression, and the response to stress. Neuron 59, 947-958, 2008).

La delezione del gene in varie regioni dell’ipotalamo esitava in accentuazioni della risposta allo stress, aumentata aggressività, iperfagia ed obesità, suggerendo che simili aspetti presenti nel fenotipo della sindrome di Rett potrebbero originare dalla mancanza di MECP2 nell’ipotalamo.

Lo studio dimostra anche che la delezione di questo gene in aree circoscritte del cervello è un eccellente approccio per definire l’origine neuronica di comportamenti complessi.

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-Novembre 2008

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

 

 



[1] Le diagnosi poste nel sesso maschile sono da alcuni autori ritenute attribuibili ad un disturbo pervasivo dello sviluppo simile, ma distinto dalla sindrome di Rett.