DIMOSTRATA AZIONE DEL
SONNO REM SU MEMORIA DICHIARATIVA
In vari studi è stato rilevato che, dopo intense sessioni di apprendimento procedurale, i fusi del sonno e i rapidi movimenti oculari (REM) sono notevolmente accresciuti, ma fino ad ora non è stato possibile stabilire se tali reperti elettroencefalografici siano da attribuire alle specifiche prove o all’apprendimento in generale.
Fogel, Smith e Cote della Brocke University hanno
affrontato il problema studiando i fusi del sonno, i rapidi movimenti oculari,
i complessi-K ed altre caratteristiche dell’EEG in 36 volontari divisi in
quattro gruppi di nove, tre dei quali sottoposti a prove (Pursuit Rotor,
Mirror Tracing, Paired Associates) ed uno di controllo (Fogel S. M. et al. Dissociable learning-dependent changes
in REM and non-REM sleep in declarative and procedural memory systems. Behav.
Brain Res. F. 28 [Epub ahead of print] 2007).
I risultati ottenuti dai ricercatori canadesi sono davvero interessanti, in particolare per ciò che concerne le differenze fra correlati elettroencefalografici delle fasi del sonno connesse con i due tipi di apprendimento, procedurale e dichiarativo.
Dopo il Pursuit Rotor si registrava un aumento della durata dello Stadio 2, un’accresciuta frequenza e durata media dei fusi del sonno, e un’accentuazione delle onde sigma di bassa frequenza nelle aree occipitali durante il sonno ad onde lente sincronizzate e nelle aree frontali durante lo Stadio 2 della seconda parte della notte.
Questi risultati concordano con quelli degli studi precedenti, dai quali si era dedotto che l’apprendimento delle prove Pursuit Rotor è consolidato durante lo Stadio 2, e suggeriscono che, durante tutti gli stadi, la presenza dei fusi del sonno indichi processi di rimodellamento morfo-funzionale basati sulla plasticità cerebrale.
L’apprendimento esplicito o dichiarativo conseguente al formarsi di ricordi coscienti, tipico del Paired Associates, si accompagnava ad un aumento del ritmo theta nelle regioni centrali del cervello durante il sonno REM. E’ questa la prima dimostrazione che l’attività theta del sonno REM si associa al consolidamento della memoria dichiarativa.
L’autrice della nota ringrazia Isabella
Floriani per la correzione della bozza.