Funzionamento del recettore gaba-a

Come il legame degli agonisti porta all’apertura del poro:  EVIDENza assoluta

 

 

Sebbene il lavoro di Kash T. L. et al. (Coupling of agonist binding to channel gating in the GABA-A receptor, Nature 421, 272-275, 2003) possa apparire troppo tecnico a coloro che non sono esperti di chimica delle proteine, suggeriamo di leggerlo integralmente, perché interessante per comprendere come funziona il recettore “A” per il neuro-mediatore di gran lunga più importante nel Sistema Nervoso Centrale, sia per il numero dei neuroni in cui è presente, sia per la loro qualità (spesso cellule filogeneticamente più recenti). Il γ-aminobutirrico (GABA) in molti mammiferi rappresenta da un terzo a circa la metà dell’intero patrimonio di mediatori sinaptici.

Gli autori sono partiti da una proteina della lumaca Lymnaea Stagnalis che lega l’acetilcolina ed è strutturalmente omologa ai domini extracellulari di molte proteine-canale, fra cui il recettore per il GABA-A. Disponendo della struttura cristallina di questa proteina, gli autori hanno allineato le due molecole, identificando due loops flessibili (2 e 7) in posizione ideale per interagire con il segmento del canale che lega il suo secondo e terzo dominio transmembrana (il 2-3 linker). I loops 2 e 7 hanno molti aminoacidi carichi negativamente, mentre il 2-3 linker ha due residui basici, perciò gli autori si sono chiesti se le interazioni elettrostatiche fra alcuni di questi aminoacidi partecipassero al meccanismo di apertura e chiusura del poro. La definizione del meccanismo è ben comprensibile anche per merito delle buone illustrazioni che mostrano i residui aminoacidici-chiave che interagiscono durante i movimenti di gating. 

                  

                                                                                                                  BM&L-Marzo 2003