LA PROTEINA PRIONICA ATTENUA L’ECCITOTOSSICITA’

 

 

Da quando è cessato l’allarme dei sistemi sanitari europei per il pericolo di trasmissione all’uomo dell’encefalopatia spongiforme bovina (malattia della “mucca pazza”), nel nostro continente la possibilità di ottenere finanziamenti per studiare i prioni si è notevolmente ridotta. Eppure, la ricerca è ancora agli inizi e si comprende come l’aver prefigurato l’esistenza di meccanismi e processi interamente nuovi, motivi l’esigenza di investire tempo e sforzi per ottenere risultati che andranno a beneficio di tutto il sapere bio-medico. In particolare si deve rilevare che sul ruolo fisiologico della proteina prionica endogena (PrPc) si sa ancora pochissimo.

Khosravani e collaboratori del Dipartimento di Fisiologia e Biofisica dell’Hotchkiss Brain Institute della University of Calgary (Canada) hanno studiato l’eccitotossicità mediata dai recettori del glutammato NMDA (N-metil-D-aspartato) in topi PrP null (Khosravani H., et al. Prion protein attenuates excitoxicity by inhibiting NMDA receptors. J. Cell Biol. 181, 551-565, 2008; l’articolo è pubblicato anche nel numero di giugno di “The Journal of General Physiology”: Khosravani H., et al. Prion protein attenuates excitoxicity by inhibiting NMDA receptors. J. Gen. Physiol. 131 (6), i5, 2008).

I ricercatori hanno verificato gli effetti della stimolazione eccitotossica delle sinapsi gluatammatergiche sui neuroni dell’ippocampo di topo, confrontando i reperti degli animali geneticamente privi di PrPc con quelli dei roditori di controllo. Nelle cellule ippocampali dei topi PrP null è risultata più elevata l’eccitabilità di base e più alto il tasso di morte cellulare mediata dagli effetti tossici della stimolazione dei recettori NMDA da parte del glutammato.

 La causa dell’aumento dell’effetto lesivo, riscontrata in vivo e in vitro, è risultata dipendere da un incremento di attività dei recettori NMDA contenenti la subunità NR2D. I ricercatori hanno verificato che gli effetti tossici erano fenocopiati dall’interferenza RNA e combattuti dall’iperespressione di PrPc endogena.

Questo esito della ricerca suggerisce che PrPc gioca un ruolo importante nella funzione sinaptica e nella neuroprotezione, mediante l’inibizione dei recettori contenenti subunità NR2D.

 

Roberto Colonna

BM&L-Giugno 2008

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