IL POTENZIAMENTO DI LUNGO TERMINE ACCRESCE LA SENSIBILITA’ DEI DENDRITI

 

 

Lo studio della formazione delle tracce della memoria è uno dei campi più affascinanti delle neuroscienze.

Quando si parla di memoria si è spesso portati a pensare a quel complesso di funzioni che ci consentono di registrare, immagazzinare e rievocare dati e concetti nelle attività quotidiane della nostra coscienza dichiarativa, ma quando si impiega il termine memoria in fisiologia cerebrale, ci si riferisce a processi onnipresenti con vari gradi di complessità che vanno dalla modificazione stabile di un singolo neurone per effetto di uno stimolo, fino ai cambiamenti nell’architettura e nel timing di blocchi di reti complesse. Pertanto, lo studio della formazione delle tracce della memoria interessa tutte le branche delle neuroscienze.

Nell’ormai celebre saggio di Donald Hebb, The organization of behaviour (1949) per la prima volta furono proposti dei modelli di processi alla base della formazione e del mantenimento di memorie nel sistema nervoso centrale. Da allora, la ricerca si è rivolta prevalentemente allo studio della plasticità sinaptica, fino alla scoperta, negli anni Ottanta, del potenziamento di lungo termine (LTP) e del funzionamento dei recettori NMDA per il glutammato. Con il progresso delle conoscenze è divenuto sempre più evidente l’intimo legame fra processi diversi come le modificazioni della conduttività e la plasticità.

Si è soliti riferirsi all’LTP come alla base certa ed evidente della memoria, ma da molto tempo è noto che questo fenomeno deve considerarsi parte di modificazioni più complesse che includono l’aumento dell’eccitabilità intrinseca del neurone post-sinaptico. Ora Frick ed il suo gruppo di ricerca, forniscono evidenze per uno specifico meccanismo molecolare che spiega il legame fra il potenziamento di lungo termine e l’aumento dell’eccitabilità intrinseca dei dendriti del neurone post-sinaptico (Frick A. et al. LTP is accompanied by an enhanced local excitability of piramidal neuron dendrites. Nature Neuroscience 7, 126-135, 2004).

Studiando i neuroni piramidali, gli autori hanno riscontrato che la normale attenuazione del potenziale d’azione retropropagato da parte della corrente di K+ uscente, si riduceva intorno alle sinapsi potenziate, risultando in una accresciuta eccitabilità dendritica. Frick e i suoi collaboratori ipotizzano che questo effetto potrebbe preparare il neurone post-sinaptico ad una successiva modificazione plastica, un fenomeno noto come metaplasticità.

 

BM&L- Aprile 2004