IL PLACEBO AGISCE
MEDIANTE IL SISTEMA OPPIOIDE
Vari stimoli potenzialmente dannosi per l’organismo attivano i nocicettori che rilasciano glutammato e neuropeptidi dando inizio al processo di percezione del dolore. L’informazione nocicettiva è trasmessa dal midollo spinale al talamo e alla corteccia cerebrale lungo cinque vie ascendenti: spino-talamica, spino-reticolare, spino-mesencefalica, cervico-talamica e spino-ipotalamica. I nuclei talamici mediano l’invio dell’informazione alla corteccia, che partecipa all’elaborazione delle sensazioni dolorose.
A questo ben noto schema fisiologico, si deve aggiungere la capacità intrinseca del sistema di ridurre l’entità della sensazione algica producendo analgesia mediante meccanismi centrali, come quelli basati sull’equilibrio fra afferenze nocicettive e non-nocicettive, e descritti nella “Gate Control Theory” di Melzac.
Il complesso dei sistemi neuronici che media la percezione del dolore possiede dunque in se stesso la capacità di effetto analgesico, e la stimolazione del cervello in toto, produce analgesia. Su questa base da anni si indagano i meccanismi di riduzione del dolore indotti mediante l’effetto placebo, che consiste nell’azione di inibizione della sensazione dolorosa da parte di processi cognitivi automatici attivati dalla convinzione di assumere un rimedio efficace. Una persona che, mentre sente dolore, assume una compressa di talco provandone sollievo, ha una minore attivazione delle aree cerebrali che mediano la percezione della sofferenza, come hanno dimostrato gli studi condotti mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI o RMF).
Quali sono i meccanismi molecolari alla base di tali effetti?
Poiché l’analgesia dovuta a stimolazione impiega le stesse vie nervose degli analgesici oppioidi, la ricerca sulle basi dell’effetto placebo ha focalizzato da tempo l’attenzione su questi sistemi neuronici senza, tuttavia, essere ancora riuscita a delineare un quadro generale dei processi molecolari e cellulari.
E’ noto che la semplice aspettativa di sollievo del
dolore è in grado di ridurne la percezione mediante un meccanismo inibito dagli
antagonisti dei farmaci oppioidi; su questa base Wager, Scott e Zubieta hanno
studiato in vivo l’attivazione del recettore-μ
in soggetti volontari sottoposti ad effetto placebo (Wager
T. D., Scott D. J. & Zubieta J-K. Placebo effects on human μ-opioid activity during pain. Proc. Natl Acad. Sci. USA 104, 11056-11061, 2007).
I recettori-μ appartengono alle 7TM (7-transmembrane proteine o seven-transmembrane domain G-coupled receptors o recettori serpentini) una superfamiglia di proteine recettoriali con un numero sterminato di membri fra loro correlati in chiave evoluzionistica, che deve il nome ad un comune tema architettonico costituito da sette passaggi attraverso la membrana plasmatica del neurone. Il recettore-μ, costituito da 400 aminoacidi e distinto funzionalmente dai recettori κ (380 aa) e δ (372 aa) perché inibito da un proprio antagonista (CTOP), è particolarmente concentrato nei neuroni del talamo e dell’amigdala responsabili della mediazione del dolore. I migliori ligandi per i recettori-μ sono la β-endorfina e le endomorfine 1 e 2.
I tre ricercatori, impiegando un nuclide radio-tracciante per i recettori-μ e rilevando immagini con la tomografia ad emissione di positroni (PET), hanno studiato gli effetti del placebo sul sistema oppioide in varie aree del cervello.
E’ emerso un incremento di attività in regioni dell’encefalo che hanno un ruolo cruciale nell’elaborazione dell’informazione nocicettiva e nell’integrazione delle componenti psichiche del dolore, dimostrando che l’effetto placebo può agire potenziando la capacità endogena del sistema oppioide di ridurre la percezione del dolore.
L’attenzione di BM&L-Italia per la ricerca che
indaga i meccanismi del dolore e dell’analgesia è testimoniata dalle numerose
note di recensione, dai dibattiti e dalle tante iniziative di studio promosse
in questi anni dalla Società Nazionale di Neuroscienze, grazie all’attività dei
gruppi di studio strutturali, che hanno cercato di seguire lo sviluppo delle
conoscenze in tutti i campi in cui è attualmente ripartito lo studio
scientifico della sofferenza umana. Per ogni riferimento ad acquisizioni
recenti rimandiamo, pertanto, oltre che alle occasioni di incontro ed ai
contatti e-mail (soci@brainmindlife.org), al materiale disponibile
sul sito. Nella sezione NOTE E NOTIZIE si trovano numerose recensioni di studi sulla
neurobiologia molecolare del dolore e dell’analgesia, sugli effetti analgesici
delle aspettative, sull’empatia, ecc.; nella sezione RUBRICHE – Dibattiti,
il dibattito sui nuovi farmaci nella terapia del dolore è, di fatto, un utile rassegna
di aggiornamento che completa ed integra i dati emergenti dalle recensioni
delle “Note e Notizie”; nella sezione IN CORSO lo scritto dal titolo “Farmaci e
Meccanismi nella Terapia del Dolore” costituisce un’introduzione dal taglio
didattico che include nozioni classiche di farmacoterapia medica, propedeutiche
alla comprensione e allo studio dei lavori di ricerca più recenti.
Le nozioni sul recettore-μ sono tratte da una dispensa
a disposizione dei soci-membri di BM&L-Italia: Giuseppe Perrella, Lezioni
di neurobiologia molecolare - I parte: neurotrasmettitori, neuromodulatori e
recettori. BRAIN, MIND & LIFE -
ITALIA, Firenze 2004-2005.