UN SOGNO REALIZZATO PER STUDIARE LA PERCEZIONE DEL SUONO

 

 

La possibilità di vedere gli spostamenti di pochi nanometri alla velocità del suono delle stereociglia dell’orecchio interno è, da sempre, un sogno degli studiosi della percezione acustica.

La percezione del suono si basa sulla traduzione degli eventi meccanici sub-microscopici conseguenti allo spostamento delle stereociglia, nei processi biochimici e biofisici alla base della genesi dei potenziali elettrici recettoriali. Alle diverse frequenze d’onda corrispondono codici specifici, rappresentati da messaggi trasmessi lungo il nervo acustico in un’ordinata organizzazione tono-topica, conservata nei tubercoli quadrigemelli inferiori, lungo il braccio congiuntivo, nei corpi genicolati mediali e, da questi, nella radiazione assonica che raggiunge l’area 41 di Brodman della corteccia cerebrale del lobo temporale e le aree vicine.

La percezione e la discriminazione della gamma sonora implica complessi processi di elaborazione encefalica, la cui base morfo-funzionale è di un’intricata ricchezza, già prefigurata ai tempi della scoperta delle connessioni discendenti da parte di Rasmussen e, via via, sempre meglio definita dagli studi più recenti che evidenziano il ruolo dei circuiti globali e delle connessioni intra-corticali. Tuttavia, anche i più affascinati processi che consentono di attribuire infinite sfumature all’esperienza acustica e che hanno consentito lo sviluppo di tutta la cultura musicale umana, hanno la prima base comune nella risposta delle cellule recettrici.

I metodi ordinariamente adoperati per studiare i rapporti fra il suono, la deflessione delle stereociglia e la trasmissione recettoriale degli impulsi per l’elaborazione cerebrale, si basano su due procedimenti:

1) la stimolazione artificiale delle stereociglia, che fornisce dati sul movimento stereociliare lontani per molti versi dalla condizione fisiologica, e

2) la stimolazione sonora, che riproduce la realtà fisica cui è esposto e reattivo l’organo del Corti, ma non fornisce dati sul movimento stereociliare.

Fridberg e colleghi hanno messo a punto un sistema di imaging confocale rapido che consente la visualizzazione diretta del movimento di deflessione delle stereociglia durante l’esposizione alla vibrazione sonora, realizzando un sogno di tutti i ricercatori del campo (Imaging hair cell transduction at the speed of sound: dynamic behaviour of mammalian stereocilia. Proc. Natl Acad. Sci. USA 103, 1918-1923, 2006).

E’ facile prevedere che l’impiego di questa nuova metodica darà presto importanti risultati.

 

L’autrice della nota ringrazia Isabella Floriani per la correzione della bozza.

 

Diane Richmond

BM&L-Marzo 2006

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