AUGURI DI BUONA PASQUA DA BM&L-ITALIA

 

 

In seno alle civiltà del Medio Oriente e della vecchia Europa, dalle quali deriva in massima parte la cultura dei nuovi continenti, si è andata sviluppando un’esperienza rituale innestata su tradizioni proto-storiche legate al passaggio dall’inverno alla primavera, che ha assunto un definito ruolo ontologico nella tradizione ebraica e cristiana della Pasqua. Una radice così profonda può giustificare la diffusione ben oltre l’orizzonte religioso di una concezione del passaggio inteso non come semplice transizione da uno stato ad un altro, ma quale possibilità di un mutamento positivo, come una sorta di risveglio o di vera e propria rinascita.

L’istituzione della Pasqua ebraica è collegata all’Esodo e, specificamente, all’episodio biblico in cui Mosè ordina agli Ebrei prigionieri in Egitto di segnare col sangue di un agnello le porte delle loro case, perché il Signore venuto per dare la morte ai primogeniti degli oppressori, potesse distinguerle e passare oltre (in ebraico pesah, da cui pasqua). La festa durava sette giorni, dal 15 al 22 Nisan (marzo-aprile) e consisteva nel rito dell’offerta simbolica di un mannello di spighe e di un agnello, che poi si mangiava con il pane detto azzimo, ossia non lievitato. La tradizione cristiana ritiene la simbologia del rito ebraico preparatoria al compimento dell’effettivo passaggio spirituale ed universale dal peccato alla grazia, possibile per la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo (l’Agnello di Dio), che avvenne in un tempo prossimo a quello pasquale. Dal Concilio di Nicea, ossia dal 325, la Pasqua si celebra la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera; pertanto essa deve cadere tra il 22 marzo e il 25 aprile.

La Pasqua coglie un nodo antropologico dell’esperienza umana che ha nella catarsi, nella conversione e nella metamorfosi, aspetti paradigmatici ricollegabili ad un’unica radice conoscitiva.

In questo tempo di transizione, il nostro augurio è idealmente esteso, attraverso i lettori di queste parole, a tutti e a ciascuno, nell’ottica del desiderio universalmente radicato nell’esperienza umana di vivere il cambiamento come attualità di una forza che trasformi la speranza rivolta al futuro nella gioia della realizzazione nel tempo presente.

 

Monica Lanfredini

BM&L-Aprile 2006

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