L’OSSITOCINA RENDE FAMILIARI I VOLTI RICORDATI

 

 

L’ossitocina, prodotta dalle cellule dell’ipofisi posteriore che la immettono in circolo con funzione di ormone e impiegata come neuromediatore da vari tipi di neuroni dell’encefalo, presenta un notevole interesse per la ricerca neurobiologica, perché è una molecola altamente conservata in chiave evoluzionistica, con un ruolo di rilievo in processi cerebrali legati all’interazione sociale. Da un punto di vista biochimico è un nonapeptide a struttura ciclica che differisce dalla vasopressina per due soli aminoacidi, per cui si ritiene che le due molecole siano il prodotto di una duplicazione genica (per altri dati e approfondimenti si veda in Note e Notizie 05-07-08 L’ossitocina cerebrale e i nuovi studi)[1].

La sperimentazione animale ha bene documentato la partecipazione del peptide ad attività neurofunzionali alla base di molti comportamenti sociali, e ne ha evidenziato il ruolo cruciale nel riconoscimento di individui della stessa specie; in campo umano le ricerche sono ancora agli inizi, pertanto ci sembra degno di nota lo studio degli effetti della somministrazione intranasale del peptide in soggetti volontari, effettuato da Rimmele e colleghi presso il Dipartimento di Psicologia, Psicologia Clinica e Psicobiologia dell’Università di Zurigo (Rimmele U., Hediger K., Heinrichs M., Klaver P. Oxytocin makes a face in memory familiar. Journal of Neuroscience 29 (1), 28-42, 2009).

Dopo somministrazione di ossitocina mediante spray nasale, il testing dei volontari ha dimostrato uno specifico miglioramento della memoria di riconoscimento dei volti. La specificità si evince dal mancato effetto del peptide inalato su memorie non sociali.

I tassi più alti di ossitocina hanno aumentato il numero di risposte esatte nelle prove di riconoscimento di visi già visti, ma non hanno influito sull’abilità di rammentare volti basata su una memoria precedentemente costituita. Questi risultati indicano un’azione immediata e specifica del peptide nel rinforzare i sistemi neuronici implicati nella memoria sociale. 

Un processo elementare, come il riconoscimento delle persone che si sono incontrate nella vita di relazione, è evidentemente alla base di tutte le interazioni sociali e, pertanto, la capacità specifica di distinguere un volto noto e familiare dal viso di un estraneo, anche se morfologicamente somigliante, ha sicuramente un ruolo cruciale per l’esercizio di tutte quelle abilità di comunicazione, interazione e rapporto con gli altri, che contribuiscono al nostro equilibrio psichico. Per questo motivo, la verifica di un ruolo nella discriminazione dei volti ricordati, può avere un rilievo che va oltre l’aggiunta di un elemento all’elenco di funzioni che richiedono l’intervento del nonapeptide.

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-Marzo 2009

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 



[1] Le nostre recensioni di lavori che direttamente o indirettamente riguardano l’ossitocina sono davvero numerose e si consiglia di consultarle cercandole nell’elenco delle “Note e Notizie”, qui ci limitiamo a ricordare che nel 2008, oltre al già citato “L’ossitocina cerebrale e i nuovi studi” (05-07-08), abbiamo pubblicato: “Ossitocina e fiducia: dibattito” (05-07-08), “Il bacio, la sua fisiologia e la sua origine – prima parte”(29-03-08).