UNA NUOVA SPECIE DI OMINIDI O SOLO UNA MICROCEFALIA?

 

 

Una nuova specie di ominidi, recentemente proposta alla comunità dei paleoantropologi con il nome di Homo floresiensis, ha acceso un dibattito che non accenna a placarsi: il primo esemplare di questo nuovo gruppo di precursori di Homo sapiens, detto LB1, è da taluni semplicemente ritenuto un essere umano microcefalico.

La questione non è di facile soluzione, perché se nella nostra specie esiste una tale stabilità di relazioni proporzionali che consente in medicina di definire criteri sicuri, non vi sono riferimenti così certi ed affidabili in paleoantropologia. In pediatria, ad esempio, la misura della circonferenza cranica consente di porre la diagnosi di microcefalia; ma certamente non si dispone di tabelle percentile protostoriche delle varie specie di ominidi, realizzate su campioni numericamente significativi ed accuratamente ripartiti per età e sesso.

Si è reso pertanto necessario lo studio di criteri affidabili per risolvere il dilemma.

Falk e i suoi collaboratori del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Stato della Florida, hanno usato dei sofisticati softwares per la ricostruzione tridimensionale, basata sulla tomografia computerizzata, del volume interno della scatola cranica (Falk D. et al. Brain shapes in human microcephalics and Homo floresiensis. PNAS 104, 2513-2518, 2007).

Con questa metodica hanno studiato il cranio di 9 microcefalici e 10 soggetti umani normali, allo scopo di ricavarne criteri pressoché assoluti per distinguere i soggetti dal cranio patologicamente piccolo, da quelli la cui testa aveva proporzioni compatibili con la volumetria di uno sviluppo fisiologico.

Lo studio ha consentito di individuare due variabili in base alle quali era possibile distinguere gli appartenenti ai due gruppi con il 100% delle probabilità di riuscita.

L’applicazione del criterio delle due variabili ad LB1, lo assegnava al gruppo di esseri umani normali, fornendo un’evidenza inconfutabile che non si tratta di un Homo sapiens microcefalico, ma di una specie diversa.

Si spera, a questo punto, che i sostenitori della microcefalia si rassegnino ad accettare la scoperta dell’Homo floresiensis da parte dei loro colleghi.

 

Roberto Colonna

BM&L-Aprile 2007

www.brainmindlife.org