TROVATO IL CIRCUITO PER GLI OGGETTI CHE SI AVVICINANO

 

 

Il mondo che ci circonda propone al nostro occhio una complessa trama percettiva fatta di linee e punti che compongono sagome, e di campi tonali e cromatici che caratterizzano i piani di un insieme di sfondi e figure ferme e in movimento. Ogni elemento di questa ricca e varia esperienza sensoriale può essere riconosciuto, distinto ed apprezzato in ogni sua caratteristica, grazie alla elaborazione ed alla cooperazione delle 32 aree corticali visive. È stato osservato che animali anche biologicamente semplici e filogeneticamente lontani dalla nostra specie, sono in grado di riconoscere specificamente gli oggetti in avvicinamento e, con altrettanta specificità, sono capaci di rispondere rapidamente. È evidente che lo specifico rilievo di un elemento del mondo esterno animato da un movimento di rapido avvicinamento, come un predatore che assale o un masso in caduta, è necessario per la sopravvivenza e, dunque, non meraviglia l’esistenza di un circuito specifico. È stata infatti ragionevolmente ipotizzata l’esistenza di un meccanismo retinico per questa abilità percettiva, anche se fino ad oggi la base cellulare di tale processo non era stata individuata.

Ora, Münch e collaboratori dei Neural Circuit Laboratories, Friedrich Miescher Institute for Biomedical Research di Basilea (Svizzera), identificando nel topo le cellule retiniche implicate in questa funzione, hanno mostrato l’esistenza di un meccanismo cellulare, non senza sorpresa per il circuito che ne è responsabile (Münch T. A., et al., Approach sensitivity in the retina processed by a multifunctional neural circuit. Nature Neuroscience 12, 1308-1316, 2009).

I ricercatori hanno riconosciuto nella cellula gangliare retinica del topo PV-5 l’elemento specificamente in grado di rispondere agli oggetti in avvicinamento. Il prosieguo della sperimentazione ha consentito a Münch e colleghi di individuare una via inibitoria rapida, che include una cellula bipolare dei coni connessa con una cellula amacrina. Gli esperimenti dimostrano che tale via rapida agisce ordinariamente come regolatrice dell’attività delle cellule PV-5 mediante l’inibizione, in modo tale che quando degli oggetti si spostano, ma non sono in grado di approcciare l’animale, le cellule gangliari retiniche specifiche restino silenti.

La sorpresa deriva dal fatto che in neurofisiologia oculare questo circuito era noto per il suo ruolo nella visione notturna e, pertanto, non è stato considerato fino ad oggi attivo durante il giorno; i risultati ottenuti dai ricercatori svizzeri modificano dunque questa nozione.

 

Roberto Colonna

BM&L-Novembre 2009

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]