COME I NUOVI NEURONI INFLUENZANO LA CODIFICA DELLA MEMORIA

 

 

In che modo i nuovi neuroni prodotti dal cervello adulto prendono parte al piano generale della funzione cognitiva che richiede la formazione di nuove memorie e l’utilizzo di quelle pregresse?

Una risposta a questa domanda viene dal genetista Fred Gage, uno dei pionieri nello studio della neurogenesi adulta nell’uomo, che con un collega del Salk Institute di La Jolla ed una collaboratrice della School of Information Technology and Electrical Engineering della University of Queensland a Brisbane (Australia), ha di recente pubblicato un esaustivo articolo sull’influenza della neurogenesi adulta sulla codificazione della memoria (Aimone James B., Wiles Janet & Gage Fred H. Computational Influence of Adult Neurogenesis on Memory Encoding. Neuron 61 (2), 187-202, 2009).

E’ noto che la neurogenesi del cervello adulto porta ogni mese all’incorporazione di migliaia di nuovi neuroni (del tipo cellulare dei granuli) nel giro dentato ma, sebbene molte ipotesi siano state avanzate sul loro ruolo nella memoria e nell’apprendimento, molto rimane ancora da chiarire. I tre ricercatori hanno presentato evidenze computazionali a sostegno della tesi che il processo neurogenetico post-embrionale abbia tre ruoli distinti, ma fra loro correlati, nella formazione della memoria.

Schematicamente così possiamo riassumere i tre contributi della produzione di nuovi neuroni alla codifica delle esperienze che generano memorie.

1) Pattern Integration: i neuroni immaturi introducono un certo grado di similarità per memorie apprese allo stesso tempo.

2) Effetto Tempo-dipendente. L’estesa maturazione e le variazioni nell’eccitabilità di questi neuroni conferiscono a questa similarità la qualità di un effetto tempo-dipendente, supportando la possibilità che informazioni temporali siano incluse in nuove memorie ippocampali.

3) Rete per la Codifica della Memoria. Infine, il modello suggerisce che l’aggiunta di neuroni dipendente dall’esperienza, crei nel giro dentato una rete particolarmente adatta per codificare nuove memorie in contesti familiari, trattando diversamente i nuovi contesti.

Se il modello interpretativo fornito da Gage e colleghi sarà confermato, si potrà affermare che i granuli neoprodotti dall’encefalo adulto possono interessare la funzione ippocampica in modi che, a quanto ci risulta, non erano stati mai prefigurati da altri ricercatori.

Al termine di questa nota vogliamo osservare che l’abbondanza e il rilievo per la comunità neuroscientifica e medica degli studi nel campo della neurogenesi adulta ci porta spesso ad occuparci di questo argomento, perciò invitiamo coloro che sono interessati ai risultati della ricerca di questi ultimi anni, a scorrere l’elenco delle nostre “Note e Notizie” per le numerosissime recensioni.

 

L’autrice della nota ringrazia Giuseppe Perrella, presidente della Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, con il quale ha discusso l’argomento e redatto una relazione tecnica a disposizione dei soci. L’autrice della nota ringrazia anche la dottoressa Floriani per aver riassunto in queste brevi ma chiare parole un testo lungo e forse ostico per i non addetti ai lavori.

 

Diane Richmond

BM&L-Febbraio 2009

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]