NUOVE SU NEUROGENESI E TERAPIA CELLULARE

 

 

Il numero di lavori pubblicati su argomenti quali la neurogenesi nel cervello adulto, la rigenerazione neurale e le terapie cellulari sostitutive è così elevato che anche una recensione limitata agli articoli più importanti richiederebbe un impegno quotidiano di numerosi esperti. Si è perciò scelto di recensire, in rappresentanza di tre filoni di ricerca fra i maggiormente seguiti, tre studi dai risultati interessanti: uno di prossima pubblicazione su Science e gli altri due già pubblicati dalla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America.

Il primo studio riguarda i meccanismi molecolari che regolano la produzione di nuovi neuroni dopo la nascita. Song e colleghi dell’Institute for Cell Engineering e del Solomon H. Snyder Department of Neuroscience della Johns Hopkins University School of Medicine, indagando la regolazione della neurogenesi nell’ippocampo adulto, hanno individuato in Gadd45b un gene precoce immediato dei neuroni ippocampali maturi, la cui espressione è indotta dall’attività neuronica ed è richiesta per la demetilazione di geni cruciali per la neurogenesi.

Nei topi knockout per Gadd45b un’alterata neurogenesi indotta dall’attività conferma la partecipazione di meccanismi epigenetici nella modulazione della neurogenesi adulta (Ma D. K., et al. Neuronal activity-induced Gadd45b promotes epigenetic DNA demethylation of genes that are crucial for neurogenesis. Science [Epub ahead of print, Jan.], 2009).

Il secondo studio riguarda la migrazione di uno specifico tipo di neuroni GABA-ergici dalla zona subventricolare, studiatissima area neurogenetica del cervello già sviluppato.

E’ noto che la zona subventricolare dell’encefalo post-natale può generare interneuroni con funzione inibitoria mediata dal GABA, i quali  seguono il flusso del torrente migratorio rostrale per andare a popolare il bulbo olfattivo. Inta e collaboratori hanno identificato una massiccia migrazione di interneuroni GABA-ergici 5-HT3-positivi nelle prime tre settimane di vita. Le cellule erano dirette dalla zona subventricolare verso destinazioni corticali e subcorticali, seguendo percorsi diversi e definiti (Inta D., et al. Neurogenesis and widespread forebrain migrationof distinct GABAergic neurons from postnatal subventricular zone. Proceedings of the National Academy of Science USA 105, 20994-20999, 2008).

Ulteriori ricerche potranno indagare il ruolo di questa popolazione inibitoria legata alla funzione serotoninergica, provando ad inibirne la migrazione.

Il terzo studio individua una straordinaria possibilità di cura delle sordità neurosensoriali mediante terapia cellulare, anche se bisogna sottolineare che saranno necessarie importanti verifiche sperimentali prima di avviare la ricerca terapeutica sulla base dei risultati ottenuti da Wei e collaboratori del Department of Anesthesiology and Pain Medicine presso il Center for Neuroscience, Program in Communication and Sensory Science della University of California in Davis (Wei D., et al. Cells of adult brain germinal zone have properties akin to hair cells and can be use to replace inner ear sensory cells after damage. Proceedings of the National Academy of Science USA 105, 21000-21005, 2008; commento in Proceedings of the National Academy of Science USA 106 (1), 8-9, 2009).

Il sistema uditivo dipende dall’interazione funzionale delle cellule ciliate dell’orecchio interno con i neuroni del ganglio spirale e, come è noto, i difetti delle cellule ciliate sono una delle cause principali di alterazioni dell’udito, con la frequente conseguenza della degenerazione dei neuroni del ganglio spirale. La perdita cellulare è irreversibile nei mammiferi, perché le cellule ciliate hanno una capacità limitata di rigenerazione.

Wei e i suoi collaboratori hanno accertato che le cellule ependimali delle pareti dei ventricoli laterali possono differenziarsi in cellule con proprietà biochimiche e funzionali simili a quelle delle cellule ciliate e che le cellule staminali neurali della zona subventricolare (SVZ) possono differenziarsi in neuroni simili a quelli del ganglio spirale maturo.

La dimostrazione che la parete ependimale ventricolare e la SVZ possono essere delle fonti vitali di cellule da impiegare in terapie sostitutive, crea una notevole attesa per nuovi trattamenti della perdita dell’udito da danno neurosensoriale, tuttavia dovrà prima essere provato che le cellule ciliate neoprodotte sono in grado di rispondere agli stimoli meccanici che consentono loro di mediare il processo di trasduzione sonora.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per la correzione della bozza.

 

Nicole Cardon

BM&L-Febbraio 2009

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]