definita la base recettoriale dell’ipersensibilità al dolore dei neonati 

 

Non è appartenuta a tutto il sapere medico l’ipersemplificazione che voleva che il neonato non percepisse il dolore in quanto non dotato ancora di una coscienza della sensazione, come quella che avrebbe sviluppato successivamente in una forma paragonabile a quella dell’adulto. Questa interpretazione era viziata da almeno due grossi errori: 1) considerare la coscienza come un fenomeno “tutto o nulla” e 2) immaginarla localizzata nella corteccia, concepita come un organo capace di funzionare quando collegato al resto del cervello, ovvero dopo lo sviluppo e la differenziazione del primo anno di vita. A questi due errori se ne aggiungeva un terzo, ovvero fra coloro che credevano che il neonato non percepisse gli stimoli dolorifici vi erano quelli che ritenevano questa condizione sufficiente perché non si avessero risposte riflesse intense e, pertanto, nocive per l’organismo. La pratica della chirurgia neonatale senza anestesia si basava su questi assunti privi di fondamento scientifico. La coscienza del neonato è senz’altro così lontana da quella dell’adulto da consentirci di dire che, secondo le definizioni correnti in psicologia e filosofia della mente, non vi sia una coscienza a quell’età, ma basta il buon senso applicato all’osservazione per rendersi conto di quanto intensamente reagisca un bimbo nato da poco ad una grande quantità di stimoli, con risposte riflesse che anche il medico non specialista conosce bene.

Alla luce di queste considerazioni si comprende quanto sia rilevante l’accertamento del sostrato neurofunzionale per questa evidenza. Il piccolo della specie umana, come è noto, nasce inetto; questa condizione prende il nome di “prematurazione specifica” e prevede il completamento della differenziazione del sistema nervoso nell’interazione con l’ambiente esterno. Il bimbo in questa fase è particolarmente vulnerabile, per questo l’evoluzione naturale ha fatto sì che specializzasse un sistema di rilievo e segnalazione  –verosimilmente alla madre- particolarmente sensibile. I neonati, infatti, percepiscono il dolore generato dallo stimolo dei meccano-recettori cutanei più degli adulti. Questa caratteristica, secondo nuovi studi, non è mediata dall’attivazione dei recettori a bassa soglia (LTMRs) come si riteneva in passato. Woodbury and Koerber (Widespread projections from myelinated nociceptors throught the substantia gelatinosa provide novel insights into neonatal hypersensitivity, J. Neurosci. 23, 601-610, 2003) forniscono prove decisive che una sottoclasse di meccanorecettori ad alta soglia di attivazione (HTMRs) caratterizzati sulla base della morfologia, sono responsabili dell’ipersensibilità al dolore del neonato. Woodbury and Koerber hanno identificato due sub-classi di HTMRs, una delle quali dà origine a proiezioni che si estendono lungo tutte le lamine delle corna posteriori del midollo spinale e diventa progressivamente più attiva al crescere dell’intensità degli stimoli dolorifici. 

Suzanne Farley, che ha recensito il lavoro di Woodbury and Koerber  nel fascicolo corrente di Nature Reviews Neuroscience, lo confronta con lo studio condotto due anni fa dagli stessi autori [vedi J. Comp. Neurol. 436, 304-323 (2001)].

                  

                                                                                                                  BM&L-Marzo 2003