BM&L, MOLLICA E IL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS

 

 

BM&L ha promosso un incontro di approfondimento, tenutosi lo scorso giovedì 3 marzo, sul contributo di Richard Mollica allo studio dei disturbi psichici da grave stress.

Richard Mollica, professore di psichiatria della Harvard Medical School, è stato tra i fondatori nel 1981 dell’ Harvard Program in Refugee Trauma, uno dei primi programmi per l’assistenza e lo studio dei sopravvissuti alla violenza di massa ed alla tortura, attualmente considerato il progetto pilota in tutto il mondo per la ricerca clinica sul Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD).

Il punto di svolta si ebbe quando nel 1988 Mollica con un team di psichiatri si recò a Site 2 per uno studio condotto con il sostegno della World Federation for Mental Health.

Site 2 era il più grande dei campi per i rifugiati allestiti dall’ONU fra la Thailandia e la Cambogia.

Furono intervistati 993 ospiti che riferirono di torture, stupri, prigionie e rapimenti di bambini, per un totale di 1500 diversi episodi traumatici. I casi di depressione clinica acuta e di PTSD furono stimati, rispettivamente, nell’ordine del 68% e del 37% (Richard F. Mollica, Invisible Wounds, Scientific American Vol. 282, Number 6, 36-39, 2000). Stime simili furono riscontrate in altre due popolazioni di rifugiati: i Buhtanesi che vivono in Nepal ed i Bosniaci che vivono in Croazia (Richard F. Mollica, Disability Associated with Psychiatric Comorbidity and Health status in Bosnian Refugees Living in Croatia, JAMA 282, 433-439, 1999). Un dato impressionante se si pensa che stime del 10% per la depressione e dell’ 8% per il PTSD in una popolazione già si ritengono alte.

Nel 1999, per effetto degli accordi di pace intercorsi fra i Khmer Rossi ed il governo di Phnom Penh, migliaia di rifugiati rientrarono dai campi: molti di essi presentavano sintomi di depressione e di PTSD. Lo studio protratto consentì di accertare, accanto a coloro che presentavano sintomi gravi, l’esistenza di un numero vastissimo di persone affette da disturbi minori ma persistenti: “ferite invisibili” in grado di condizionare il resto della vita.

Il gruppo di Mollica dovette affrontare numerosi problemi che tenevano lontane dagli psichiatri le persone affette. Alcuni degli ostacoli erano da ricercarsi nella cultura del luogo che non medicalizza la sofferenza psichica, talvolta consegnandola alle tradizioni etniche dei guaritori, talaltra alla gestione degli anziani. Altri ostacoli erano comuni alla realtà delle società occidentali più avanzate, come il timore che consultare uno psichiatra potesse conferire, agli occhi degli altri, il marchio della malattia mentale.

A seguito del lavoro svolto dal team di Mollica sui Cambogiani, le autorità internazionali decisero di fornire assistenza psichiatrica a tutti i rifugiati. Infatti, sebbene i programmi ONU fossero improntati alla massima ampiezza nel sostegno materiale e a notevole disponibilità per l’assistenza in generale, non prevedevano alcun servizio psicologico-psichiatrico.

Lo sviluppo di uno studio longitudinale in Bosnia ha consentito e consente di ottenere dati sulle conseguenze cerebrali dello stress a lungo termine.

Dopo gli attentati al Pentagono ed alle Twin Towers dell’11 settembre 2001, oltre allo studio della casistica americana di PTSD, vari teams che fanno capo a Mollica effettuano interventi diretti in Ruanda, in Afghanistan e a Timor Est.

Dal primo lavoro a Site 2, iniziato diciassette anni fa, molta strada è stata percorsa e i risultati ottenuti porteranno i soci di BM&L ad organizzare altre occasioni di studio e dibattito.

 

BM&L-Marzo 2005