AZIONE SINERGICA PER IL DANNO MITOCONDRIALE NELL’ALZHEIMER

 

 

Da tempo è nota la presenza di una disfunzione mitocondriale nella malattia di Alzheimer e si impiegano modelli animali per accertarne i meccanismi molecolari, ma fino ad oggi non si è riusciti a fare grandi progressi. Le due principali lesioni, ossia la formazione di placche amiloidi originate da aggregati di peptidi β-amiloidi (βA) e la degenerazione neurofibrillare derivante dall’iperfosforilazione della proteina tau, hanno mostrato in molte verifiche sperimentali correlazioni attraverso successioni causali di eventi molecolari; si è dunque voluto indagare la possibilità che la disfunzione mitocondriale sia in rapporto con entrambe le espressioni di degenerazione.

Eckert e i suoi collaboratori del Neurobiology Laboratory for Brain Aging and Mental Health, Psychiatric University Clinics, University of Basel (Basilea, Svizzera) hanno recentemente dimostrato, in un modello sperimentale murino molto vicino alla patologia della degenerazione alzheimeriana umana (topi transgenici tripli), che βA e tau agiscono sinergicamente nel produrre la deregolazione del sistema di fosforilazione ossidativa mitocondriale (Rhein V., et al. Amyloid-β and tau synergistically impair the oxidative phosphorylation system in triple transgenic Alzheimer’s disease mice. Proceedings of the National Academy of Sciences USA 106 (47), 20057-20062, 2009).

Per determinare le conseguenze delle patologie βA e tau combinate, i ricercatori hanno effettuato un’analisi proteomica seguita da validazione funzionale. Rimandando alla lettura del lavoro originale per tutti i dettagli della sperimentazione, rileviamo che i risultati ottenuti da Eckert e collaboratori indicano che gli effetti degli aggregati patologici di βA e tau convergono sinergicamente sui mitocondri secondo un pattern di disfunzione dell’omeostasi energetica cellulare caratterizzato da specificità regionale, agendo sugli organuli delle cellule della corteccia cerebrale, ma non su quelli dei neuroni del cervelletto.

Ulteriori studi potrebbero supportare l’individuazione nelle alterazioni mitocondriali di nuovi bersagli dell’azione farmacologica nel trattamento della malattia di Alzheimer.

 

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Roberto Colonna  

BM&L-Gennaio 2010

www.brainmindlife.org

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]