LA MICROGLIA DEL
MIDOLLO OSSEO RIDUCE LE PLACCHE NELL’ALZHEIMER
La microglia, che costituisce una specifica popolazione di
cellule immunitarie dell’encefalo, durante lo sviluppo invade il sistema
nervoso centrale nella fase della vascolarizzazione, attraverso la leptomeninge
pia madre, le pareti dei vasi sanguigni e la tela corioidea. Queste
piccole cellule gliali residenti non sono efficaci nel rimuovere le placche
amiloidi che si formano nella malattia di Alzheimer. Simard e collaboratori, in
un lavoro da poco pubblicato su Neuron, mostrano una massiva
infiltrazione di cellule della microglia con prolungamenti riccamente
ramificati all’interno del nucleo centrale delle placche amiloidi in un modello
sperimentale della malattia in topi transgenici (Bone Marrow-Derived Microglia Play a Critical Role in Restricting
Senile Plaque Formation in Alzheimer’s Disease. Neuron 49, 489-502,
2006).
La maggior parte della microglia osservata derivava dal
midollo osseo, e le due isoforme del peptide beta amiloide, β-amiloide-40 e β-amiloide-42 erano in
grado di innescare questa chemoattrazione.
Queste cellule reclutate dal midollo osseo mostravano anche
una specifica reazione immune, sia al β-amiloide esogeno che endogeno. Il
gruppo di Simard ha creato un nuovo tipo di topo transgenico alzheimeriano che
esprime la timidina-chinasi sotto il controllo del promotore CD11b. In questo
modello animale è stato possibile dimostrare che la microglia proveniente dal
sangue -e non quella residente- era in grado di eliminare i depositi di
amiloide mediante un meccanismo fagocitario cellula-specifico.
Gli autori concludono che strategie terapeutiche volte a
migliorare il reclutamento della microglia midollare potrebbero fornire un
efficace strumento per l’eliminazione delle placche.
L’autrice della
nota ringrazia Isabella Floriani per la correzione della bozza.
Diane Richmond