UN MECCANISMO NELLA PREFERENZA DEGLI ODORI

 

 

Le preferenze e le avversioni innate per gli odori, in molte specie animali, sono codificate da specifici neuroni sensoriali che possono indurre comportamenti di attrazione o di avversione. Uno studio condotto nel laboratorio di Bargmann, Laboratory of Neural Circuits and Behavior dell’Howard Hughes Medical Institute presso la Rockfeller University di New York, ha dimostrato che in Caenorhabditis elegans un singolo neurone sensoriale può guidare entrambi i tipi di comportamento in risposta allo stesso stimolo odoroso (Tsunozaki M., et al., A behavioral switch: cGMP and PKC signaling in olfactory neurons reverses odor preference in Caenorhabditis elegans. Neuron 59, 959-971, 2008).

Due paia di cellule olfattive, i neuroni AWA e AWC percepiscono gli odori dai quali il nematode è normalmente attratto e tre altre paia rilevano le molecole odorose che generano evitamento. In precedenti esperimenti era stata dimostrata la possibilità di desensibilizzare i vermi alla percezione di un odore, con il risultato che il comportamento di attrazione o di repulsione si riduceva.

Lo studio di Tsunozaki, Chalasani e Bargmann ha dimostrato che questi comportamenti non solo si possono ridurre, ma anche revertire: in assenza di cibo, l’esposizione per 2 ore al butanone, mutava il comportamento di Caenorhabditis elegans da attrazione ad evitamento. La complessa sperimentazione ha evidenziato che, modificando la segnalazione intracellulare, la stimolazione di un singolo neurone può avere effetti opposti nell’output motorio.

In particolare, la ridotta segnalazione DAG (diacil-glicerolo), portando ad una riduzione dell’attivazione della PKC (protein kinase C) nel neurone AWCON, potrebbe essere il meccanismo mediante il quale la mutazione gcy-28 causa l’evitamento del butanone.

 

Roberto Colonna

BM&L-Dicembre 2008

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]