PRIMI MARKERS DELLA MALATTIA DI PARKINSON

 

 

Se i risultati recentemente pubblicati da Scherzer e collaboratori saranno confermati, si potrà presto disporre di uno straordinario strumento per porre in atto misure di prevenzione secondaria di alcune forme della malattia di Parkinson e di altri disturbi a queste geneticamente correlate (Scherzer C. R., et al. Molecular markers of early Parkinson’s disease based on gene expression in blood. PNAS 104, 955-960, 2007).

Oggi non disponiamo di biomarkers per l’individuazione delle persone a rischio di sviluppare la malattia, pertanto i primi ad essere impiegati in screening preventivi, potrebbero essere proprio le molecole corrispondenti a geni associati ad alto rischio di manifestazioni cliniche, identificate da questi ricercatori.

Scherzer e colleghi hanno studiato mediante tests ematici 50 volontari affetti da malattia di Parkinson in uno stadio iniziale, ponendoli a confronto con un gruppo di controllo costituito da 55 persone non affette dalla malattia e di età corrispondente a quella dei soggetti ammalati. Lo studio, esteso a tutto il trascrittoma, ha consentito l’identificazione di un marker molecolare costituito da 8 geni associati ad un rischio significativamente più elevato di ammalarsi di degenerazione neuromotoria nigro-striatale.

I livelli ematici di espressione dei geni, secondo quanto dimostrato dagli autori del lavoro, possono essere agevolmente utilizzati come contrassegno patologico della malattia di Parkinson ed eventualmente di altri forme di patologia neurodegenerativa.

 

Roberto Colonna

BM&L-Marzo 2007

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