UN PROCESSO CHE DEFINISCE LA LUNGHEZZA DEI DENDRITI

 

 

Negli anni Settanta Piercarlo Marchisio, professore di istologia dell’Università di Torino, nella parte dedicata alla citologia del suo interessante corso, a proposito delle cause che determinano la morfologia cellulare, soleva dire: “La cellula è così perché è così”. In altre parole, sebbene in quegli anni si fossero compiuti notevoli progressi nella conoscenza delle proteine del citoscheletro e nel campo dell’ultrastruttura cellulare, non si sapeva quasi nulla dei processi all’origine della forma delle cellule. Le cose sono cambiate nel tempo, ma non tanto quanto ci si poteva attendere. L’importanza della conformazione per la fisiologia, soprattutto per quanto riguarda i neuroni, non ha bisogno di essere sottolineata, per cui si comprende che il lento procedere della ricerca in questi tre decenni abbia fatto crescere le aspettative circa la possibilità di decifrare completamente i piani di sviluppo e i meccanismi molecolari che consentono di fissare e mantenere il disegno e le dimensioni delle strutture cellulari.

Questo campo della ricerca biologica è variamente articolato e attualmente presenta un terreno di notevole cimento nell’ambito che mira all’individuazione dei processi responsabili del modellamento dendritico. Uno studio condotto da Heiman e Shaham della Rockefeller University, ha accertato un ruolo di due proteine extracellulari per la definizione della lunghezza dei dendriti di neuroni sensoriali (Haiman M. G. & Shaham S. DEX-1 and DEF-7 establish sensory dendrite length by anchoring dendritic tips during cell migration. Cell 137 (19), 344-355, 2009).

La sperimentazione ha dimostrato che le proteine extracellulari DEX-1 e DYF-7 in Caenorhabditis elegans sono secrete nello spazio esterno alle cellule dove ancorano la punta dei dendriti, mentre il corpo cellulare continua questo ultimo tratto di migrazione fino alla posizione finale, stirando i prolungamenti riceventi in un processo definito estensione retrograda.

Il cammino per rispondere alla domanda sul perché una cellula nervosa abbia proprio la forma con la quale ci appare è ancora lungo, ma i passi che porteranno alla meta sono proprio costituiti dai risultati di lavori come questo.

 

Giovanni Rossi

BM&L-Giugno 2009

www.brainmindlife.org

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]