L’ORECCHIO EMETTE SUONI

 

 

Degli esperimenti molto interessanti condotti da Tianying Ren del centro di ricerche audiologiche dell’Università dell’Oregon mostrano l’emissione di suoni da parte della coclea. Questo dato, sorprendente per molti studiosi della percezione ma perfettamente in linea con la visione dell’organizzazione funzionale dell’encefalo prevalente fra i soci di BM&L, ha dato luogo ad un dibattito di approfondimento sul ruolo svolto da questo processo nell’ambito delle inferenze cognitive.

Il riconoscimento e l’apprendimento dei suoni, dei rumori e della musica, potrebbero basarsi su un processo per “tentativo ed errore” che, sfruttando le memorie di funzionamento della specie, costruisce poco per volta il repertorio di conoscenze che consente le normali prestazioni cognitivo-uditive della vita di tutti i giorni.

Il dibattito ha inizialmente messo l’accento sul fatto che questo dato costituisce un’ulteriore riprova -anche se indiretta- della validità di teorie della mente basate sull’auto-selezione cerebrale nel suo rapporto con l’ambiente.

Successivamente si è incentrata l’attenzione sulle conseguenze per la psicofisiologia della percezione uditiva.

Nei suoi esperimenti Ren ha adoperato un’interferometro a scansione laser, che gli ha consentito di rilevare che le onde di propagazione dalla coclea erano anterograde e non retrograde come in passato si credeva. Delle onde di compressione si propagavano attraverso i fluidi cocleari e la Staffa vibrava prima della membrana basale, mostrando inequivocabilmente l’origine delle onde dall’orecchio (Tianying Ren, Reverse propagation of sound in the gerbil cochlea. Nature Neuroscience, Vol 7, No 4, 333-334, 2004.).

Ren lavora presso l’Oregon Hearing Research Center, Department of Otolaryngology and Head and Neck Surgery, Oregon Health and Science University, 3181 SW Sam Jackson Park Road, NRC 04, Portland, Oregon 97239-3098, USA; e-mail: rent@ohsu.edu. 

 

 

BM&L-Maggio 2004