BM&L-ITALIA RICORDA JEAN BAUDRILLARD

 

 

A poco più di due mesi di distanza dalla scomparsa, i soci di “Brain, Mind & Life -Italia” afferenti alla sezione “Life”,  hanno voluto ricordare l’opera di Jean Baudrillard in un incontro che si è tenuto lo scorso giovedì 24 maggio.

La relazione della professoressa Monica Lanfredini, centrata sul commento delle maggiori opere dello studioso francese, è stata preceduta da un intervento introduttivo tenuto dall’autrice di questa nota e qui di seguito riassunto.

L’agenzia giornalistica ANSA, nel dare notizia della sua scomparsa, lo definiva scrittore ed autore brillante, accostandolo a Carlo Freccero. Una tale grossolana svista nel commemorare un pensatore che ha indagato oggetti estetici ed economici con originalità di metodo e di contenuti, sembra proprio un segno di questo tempo in cui –come voleva il suo insegnamento- scomparendo l’opposizione tra verità ed inganno, e realtà e rappresentazione, gli autori dei simulacri del vero nella comunicazione sono padroni di creare e mistificare tutto ciò che entra nel loro dominio.

La babele mediatica e culturale che caratterizza gli aspetti regressivi e stagnanti delle società contemporanee, ha investito del ruolo di interpreti e portavoce del pensiero del filosofo, persone inadatte per superficialità intellettuale ed estraneità all’esperienza che ha visto la travagliata ricerca di strumenti più efficaci di quelli della tradizionale analisi neo-marxista; costoro in alcuni casi sono giunti a scambiare i risultati cui Baudrillard era pervenuto, con sue proposte di modelli esemplari.

Nato nel 1929 a Reims, in Francia, Jean Baudrillard si forma in seno alla grande tradizione linguistica dell’Università francese studiando germanistica e, dopo aver ottenuto un dottorato in sociologia, si dedica alla filosofia dei fenomeni sociali. Dal 1966 insegna all’Università Paris X-Nanterre e, negli anni successivi, entra a far parte dell’Institut de recherche sur l’innovation sociale, laboratorio del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS).

Alcuni fra i suoi saggi più noti sono ormai considerati dei classici in tutto il mondo: Il sistema degli oggetti (1968), Lo scambio simbolico e la morte (1979), Le strategie fatali (1984), La sinistra divina (1986), L’America (1987). Altri, come Lo spirito del terrorismo (2002), hanno ricevuto attenzione principalmente dal mondo dell’informazione e della politica.

Non sono mancati gli oppositori delle sue idee, i detrattori del suo pensiero e i critici della sua opera, e molti hanno sostenuto che la parte migliore del suo lavoro rimane quella che, prendendo le mosse dai “nuovi miti” di Roland Barthes, ha svolto in forma originale i temi legati al dominio delle forme della comunicazione sulla diretta esperienza della realtà materiale e naturale. Questa ricerca, che va dall’analisi di un’estasi della comunicazione al riconoscimento dell’esistenza di un “Sistema Integrale della Realtà” costituito solo da simulacri, tracce e surrogati del vero, ci sembra conservare accanto alla sua attualità problematica un’impressionante efficacia interpretativa.

 

Isabella Floriani

BM&L-Maggio 2007

www.brainmindlife.org