ATTIVAZIONE DELL’IPPOCAMPO NELLA CODIFICA DI SEQUENZE SOVRAPPONIBILI

 

 

Sebbene l’importanza dell’ippocampo nella neurofisiologia della memoria e dell’apprendimento sia ormai una nozione che appartiene alla storia della neurologia, ben poco si conosce dell’esatto ruolo delle singole aree ippocampali e dei loro patterns di attivazione in rapporto a compiti specifici. Fra questi compiti, la distinzione fra sequenze sovrapponibili si ritiene sia sottesa da un processo che interviene in un’ampia gamma di funzioni di codificazione e rievocazione, inclusa la memoria episodica e l’orientamento spaziale.

Dharshan Kumaran ed Eleanor A. Maguire del Wellcome Department of Imaging Neuroscience (University College of London) hanno usato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per esplorare il pattern dinamico di attivazione dell’ippocampo umano durante la codificazione di sequenze di volti (The Dynamics of Hippocampal Activation During Encoding of Overlapping Sequences. Neuron 49, 617-629, 2006).

Kumaran e Maguire hanno rilevato che l’attivazione specifica dell’ippocampo posteriore destro, si aveva soltanto durante la codificazione di sequenze equivalenti, e mancava nelle prove in cui non vi era similarità; questo pattern mostrava una stretta correlazione con un indice comportamentale di apprendimento di sequenze. Inoltre, hanno verificato che l’ippocampo si attiva in risposta agli elementi comuni a due coppie di sequenze sovrapponibili, suggerendo un ruolo importante per una codificazione e un recupero accurati e discriminati delle sequenze.

Gli autori dello studio concludono che questi risultati depongono a favore di un coinvolgimento precoce dell’ippocampo umano nei processi che consentono la distinzione fra sequenze che potrebbero facilmente essere confuse. L’ippocampo interverrebbe già nella codifica delle memorie di rappresentazione, prendendo parte ai processi di formazione dei ricordi che potranno essere rievocati correttamente anche in presenza di una potenziale interferenza interpretativa. Questi risultati, se saranno confermati, potranno utilmente essere impiegati come contributo empirico nella realizzazione dei modelli di simulazione computerizzati delle funzioni dell’ippocampo.

 

Roberto Colonna

BM&L-Febbraio 2006

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