GLIOMA: UN NUOVO CRITERIO PER DIAGNOSI E PROGNOSI

 

 

L’utilità di una diagnosi consiste soprattutto nelle sue dirette implicazioni terapeutiche e prognostiche per lo specifico paziente, pertanto l’affinamento dei criteri impiegati per identificare e caratterizzare una patologia non è un puro esercizio accademico dei patologi, ma riveste la massima importanza pratica. Nel caso dei gliomi, la diagnosi basata su criteri istopatologici e la prognosi per un determinato grado di avanzamento del tumore affidata alla media per fascia di età dei pazienti, si sono rivelate scarsamente efficaci e predittive in un numero notevole di casi, pertanto la possibilità di impiegare un metodo più preciso e affidabile è da tempo auspicata da neurologi ed oncologi.

Heidi Phillips e i suoi collaboratori, partendo da evidenze che dimostrano l’origine dei gliomi da cellule simili a staminali nervose, hanno condotto uno studio in base al quale propongono di definire la progressione della neoplasia secondo uno schema che fa riferimento agli stadi della neurogenesi. La ricerca, basata su 76 campioni prelevati da casi di astrocitoma anaplastico e di glioblastoma, è stata recentemente pubblicata su Cancer Cell (Molecular subclasses of high-grade gliomas predict prognosis, delineate a pattern of disease progression, and resemble stages in neurogenesis. Cancer Cell 9, 157-173, 2006).

Nel modello proposto dagli autori, tutti i tipi di glioma -definiti in termini molecolari- derivano da tipi cellulari di origine simile, ma l’attivazione differenziale delle vie di segnalazione conduce alcuni tumori a mantenere cellule simili a staminali nervose in una fase meno differenziata o con fenotipi simili alle cellule transitorie amplificanti, ed altri ad assumere un fenotipo più vicino a quello dei neuroblasti o dei neuroni immaturi.

Ad avviso di chi scrive, la ricerca è stata molto ben condotta e il modello proposto, di grande interesse per la biologia delle cellule staminali, rappresenta un reale progresso per i principi a fondamento di diagnosi e prognosi, tuttavia è necessario che ulteriori studi stabiliscano una più stretta relazione fra l’aggressività del glioma e il profilo dei contrassegni molecolari, perché si possa prospettare un efficace impiego del modello nella pratica clinica.

 

Giovanni Rossi

BM&L-Maggio 2006

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