GIUSEPPE PERRELLA ILLUSTRA LA TEORIA DI GERALD EDELMAN

 

 

(VENTIDUESIMA PARTE)

 

 

Chiarita la differenza fra la concezione di Edelman e quella emergente dalla maggior parte degli studi di ambito cognitivo e neurobiologico, dobbiamo porci una questione di importanza cruciale: la TSGN è in grado di renderci conto di tutte le proprietà della coscienza? Per provare a rispondere dobbiamo innanzitutto aver presente il quadro delle caratteristiche dello stato cosciente adottato dal Premio Nobel newyorkese.

Le proprietà sono suddivise in base alle loro caratteristiche in tre categorie: la prima include quelle comuni a tutti gli stati coscienti, la seconda quelle collegate alle funzioni informative e la terza quelle legate alle sensazioni e alla concezione di sé. Schematicamente sono elencate qui di seguito.

 

 

CARATTERISTICHE DEGLI STATI COSCIENTI

 

Caratteri generali

 

1.      Gli stati coscienti sono unitari, integrati e costruiti dal cervello.

2.      Possono essere enormemente diversi e differenziati.

3.      Sono temporalmente ordinati, seriali e mutevoli.

4.      Riflettono il collegamento di diverse modalità.

5.      Hanno proprietà costruttive che comprendono chiusura, fenomeni di riempimento e proprietà gestaltiche.

 

Caratteri informativi

 

1.      Manifestano intenzionalità con una vasta gamma di contenuti.

2.      Hanno un ampio accesso e una marcata associatività.

3.      Hanno aspetti legati al centro e alla periferia, alla “frangia” e all’ambiente circostante.

4.      Sono soggetti alla modulazione dell’attenzione, che può variare dall’attenzione selettiva all’attenzione diffusa.

 

Caratteri soggettivi

 

1.      Riflettono sensazioni soggettive, qualia, fenomenicità, umore, piacere e dispiacere.

2.      Hanno a che fare con il senso di collocazione nell’ambiente.

3.      Danno origine a sensazioni di familiarità o di mancanza di familiarità.

 

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Questo schema faciliterà la discussione che ricostruirà, secondo la teoria, le basi biologiche delle proprietà principali, senza entrare nel dettaglio di contenuti mentali quali i pensieri, le emozioni, i desideri, le convinzioni e così via. Alcuni assunti sono stati aspramente criticati, come ad esempio che l’attività discontinua di gruppi di neuroni possa dar luogo all’esperienza di un vissuto unitario nei suoi vari aspetti e continuo nel tempo: in ogni caso, seguirò le spiegazioni fornite dallo stesso Edelman, esimendomi dall’impiegare i concetti-base della teoria per formulare nuove interpretazioni, per non rischiare di creare sovrapposizioni o confusioni con le tesi originali. Naturalmente risponderò volentieri a domande sulle mie opinioni in proposito.

Cominciando dalle proprietà generali, e proprio dall’esperienza unitaria della scena cosciente che muta come in un flusso temporale continuo durante la veglia, possiamo attribuirle al particolare modo di funzionare del nucleo dinamico che, pur elaborando separatamente le varie componenti, attraverso la miriade di rientri che lo costituiscono sviluppa una completa integrazione che, istante per istante, corrisponde ad uno stato funzionale. Fra questi stati, quelli dotati di maggiore stabilità tendono a generalizzarsi creando un’integrazione globale che genera l’effetto di unitarietà dell’esperienza cosciente.

Vediamo più in dettaglio questa interpretazione nelle parole di Edelman: “La TSGN presuppone che il nucleo dinamico rientrante possa dare origine esattamente a quelle proprietà essendo un sistema complesso: è dotato di parti funzionalmente separate, che però possono diventare sempre più integrate nell’arco di brevi intervalli. Il nucleo cambia stato al ritmo di qualche centinaio di millisecondi mentre l’ambiente, il corpo e il cervello stesso attivano circuiti diversi. Soltanto alcuni di questi stati sono stabili e quindi arrivano effettivamente a integrarsi ed è tale integrazione a dar luogo alla proprietà unitaria di C. Poiché il nucleo realizza le interazioni rientranti tra i segnali di categorizzazione percettiva e la memoria valore-categoria, che sono tutti in continuo cambiamento, anch’esso cambia. Gli stati quasi stabili del nucleo rappresentano il collegamento di varie modalità in regioni corticali diverse, che avviene per effetto delle interazioni rientranti. Gli stati collegati emergono da insiemi degenerati di circuiti: i contributi di tutti i gruppi neuronali di un dato circuito sono sincroni, ma da diversi sottoinsiemi che si susseguono in modo seriale e asincrono può emergere una risposta simile. Le proprietà temporali della coscienza emergono da questi processi”[1].

 

 

[continua]

 

Il testo, ripartito in parti pubblicate settimanalmente, è una sintesi della trascrizione della registrazione della relazione del professor Perrella, che è autore anche delle note, salvo dove è diversamente specificato. Il professor Rossi ha provveduto ai tagli necessari a rendere il testo più snello ed adatto alla lettura da parte di studenti e studiosi non specialisti. 

 

Giovanni Rossi  

BM&L-Giugno 2010

www.brainmindlife.org

 

 

[Tipologia del testo: RELAZIONE ORALE TRASCRITTA]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Gerald M. Edelman, Più grande del cielo. Lo straordinario dono fenomenico della coscienza, op. cit., pp. 100-101.