GIUSEPPE PERRELLA ILLUSTRA LA TEORIA DI GERALD EDELMAN

 

 

(TREDICESIMA PARTE)

 

 

2. Seconda proprietà: non-linearità. In un sistema complesso può accadere che piccole perturbazioni al livello di una singola unità possono provocare brusche ed estese perturbazioni dell’intero sistema. Un tale difetto di proporzionalità fra causa ed effetto dipende dal fatto che spesso le leggi che regolano i rapporti fra le componenti e il sistema stesso possono essere non-lineari.

Ad esempio, nel cervello e nel sistema nervoso centrale in generale, in taluni casi uno stimolo anziché provocare una risposta semplice può generare un progressivo reclutamento di unità reattive, secondo un andamento esponenziale che giunge fino ad un massimo, raggiunto il quale cesserà per crisi.

3. Terza proprietà: imprevedibilità. I sistemi complessi alternano andamenti regolari ad andamenti tipici dei cosiddetti sistemi caotici, determinando una sostanziale imprevedibilità del proprio andamento generale.

4. Quarta proprietà: auto-organizzazione. Si definisce auto-organizzante un sistema la cui struttura e la cui organizzazione globale dipendono esclusivamente dalle interazioni locali fra i suoi componenti. Nei sistemi complessi, dal caos si può generare spontaneamente regolarità per effetto di auto-organizzazione.

5. Quinta proprietà: sistemi aperti. I sistemi complessi sono aperti, ossia si deve sempre considerare la loro interazione con l’ambiente. In ragione di tale interscambio si parla di sistemi auto-adattanti o adattivi[1].

Questa sintetica introduzione alla complessità e alle caratteristiche dei sistemi complessi, ci rende evidente quanto sia appropriata l’applicazione di tali modelli concettuali allo studio del cervello.

Edelman suole proporre il confronto del nostro encefalo con la struttura di due sistemi molecolari che non sono complessi, quale quello di un gas ideale e quello di un cristallo perfetto. Nel caso del gas, le singole particelle, che rappresentano le unità elementari del sistema, sono indipendenti ed interagiscono fra loro mediante collisioni, ma non generano alcuna integrazione. Nel caso del cristallo, l’organizzazione stabile, simmetrica e ricorsiva delle unità elementari presenta la massima integrazione, ma nessuna varietà. Il cervello, invece, è costituito da innumerevoli parti eterogenee per struttura e relativamente indipendenti per funzione, che interagendo creano integrazione a vari livelli e manifestano l’emergere di nuove proprietà. Più avanti vedremo come questi concetti sono applicati al sistema talamo-corticale per individuare la base neurale delle proprietà unitarie ma differenziate che costituiscono  una scena cosciente.

A questo punto siamo in possesso delle nozioni sufficienti per affrontare l’argomento più impegnativo dell’interpretazione neurobiologica della mente secondo Edelman: la base neurale della coscienza.

L’evoluzione del cervello, e più in generale del sistema nervoso centrale, ci mostra il contemporaneo progredire e specializzarsi di singole unità funzionali e di processi globali, in una perfetta integrazione che potrebbe avere il suo più alto grado di espressione nella sintesi costituita dalla coscienza umana. Secondo una tale visione non è necessario ipotizzare per la coscienza, così come per l’intelligenza o il senso morale, un salto qualitativo ristretto ad alcune strutture costituenti le basi neurobiologiche di quell’ambito funzionale. Edelman ritiene invece che sia possibile distinguere nella filogenesi delle funzioni psichiche un substrato specifico per i processi che danno origine alla consapevolezza e, dunque, si pone la domanda: “Qual è l’evento evolutivo sufficiente a far emergere la coscienza?”[2].

 

[continua]

 

Il testo, ripartito in parti pubblicate settimanalmente, è una sintesi della trascrizione della registrazione della relazione del professor Perrella che è autore anche delle note, salvo dove è diversamente specificato. Il professor Rossi ha provveduto ai tagli necessari a rendere il testo più snello ed adatto alla lettura da parte di studenti e studiosi non specialisti.  

 

Giovanni Rossi  

BM&L-Aprile 2010

www.brainmindlife.org

 

 

[Tipologia del testo: RELAZIONE ORALE TRASCRITTA]

 

 

 

 



[1] Perrella P., Complessità, p.5, BM&L-Italia, Firenze 2006.

 

[2] Gerald M. Edelman, Più grande del cielo. Lo straordinario dono fenomenico della coscienza, p. 45, Einaudi, Torino 2004.