LA GENETICA DELLE
MIGRAZIONI NELLA FAMIGLIA UMANA
Luigi Luca Cavalli-Sforza, storico pioniere della genetica
delle popolazioni, è stato fra i primi al mondo ad impiegare varianti del DNA
per tracciare lo spostamento di gruppi umani nel tempo e nello spazio.
Attualmente Dennis Drayna, esperto di genetica dei disturbi della comunicazione
dei National Institutes of Health (NIH), sta conducendo un lavoro molto
interessante che consente la ricostruzione di grandi migrazioni umane avvenute
nel corso dei millenni, impiegando le “founder
mutations” (Dennis
Drayna, Founder Mutations. Sci. Am. 293 (4) 60-67, 2005).
Le founder mutations sono una speciale classe di
mutazioni genetiche, spesso causa di malattia, riconoscibili perché localizzate
in sequenze di DNA identiche in tutti i portatori, in quanto originate da un
antenato comune, the founder – che potremmo rendere in italiano con capostipite.
Misurando la lunghezza del tratto di DNA che include la mutazione e
determinando chi attualmente porta la mutazione, è possibile calcolare la data
approssimativa della sua apparizione e il suo percorso di diffusione. Questi
due dati combinati permettono di ricavare, in via presuntiva, informazioni
sulle migrazioni di specifici gruppi di persone nel corso della storia.
BM&L ha presentato e discusso, in un incontro dello
scorso venerdì a Firenze, il lavoro di Dennis Drayna nelle sue conseguenze
bio-mediche e nei suoi correlati etico-antropologici.
Nel corso della sua relazione di argomento genetico,
Ludovica Poggi ha presentato un elenco delle più rilevanti founder mutations
associate a patologia umana:
L’intervento di Monica Lanfredini, di vasto respiro culturale, ha preso le mosse da un noto saggio di Luigi Luca Cavalli-Sforza (The Great Human Diasporas: The History of Diversity and Evolution. Addison –Wesley, Int. Ed. 1995) e si è concluso rilevando che Drayna, come il celebre genetista italiano, trae spunto dai risultati del suo lavoro per ricordare quanto sia stretta la parentela biologica fra i gruppi geograficamente più distanti e quanto appaia evidente l’appartenenza all’unica famiglia umana.