LA PERCEZIONE DEL FREDDO: NUOVE ACQUISIZIONI

 

Il nostro corpo emette spontaneamente calore in misura proporzionale alla quarta potenza della propria temperatura assoluta, secondo la legge di Stefan-Boltzmann:

 

W = So x T4 watt/cm2

 

W = potere emissivo  So = costante.

 

Questa emissione di calore, funzione dell’attività metabolica tessutale e della capacità di trasmissione della cute, avviene per radiazione, evaporazione, convezione e conduzione.

Parliamo di radiazione o irraggiamento quando il calore è direttamente trasmesso all’aria o, attraverso questa, ad oggetti non a diretto contatto.

L’evaporazione, ossia il passaggio dallo stato liquido a quello gassoso dell’acqua contenuta nei liquidi organici, si verifica sia dalla superficie del corpo mediante quel fenomeno noto come perspiratio insensibilis, che ci fa eliminare 50 ml/h d’acqua a temperatura ambientale media, sia attraverso la respirazione. Un’altra piccola parte di calore si emette con l’evaporazione da escrezioni e secrezioni fisiologiche. Naturalmente si ha marcata evaporazione del sudore.

La convezione consiste nel movimento di molecole di un gas o di un liquido verso un punto a più bassa temperatura. Si associa alle altre modalità ed è massima nella sudorazione profusa.

La conduzione consiste nella trasmissione diretta del calore ad oggetti che vengano a contatto con la superficie corporea ed abbiano una temperatura più bassa. Il calore trasferito è proporzionale alla differenza termica (gradiente termico). Questo spiega perché nei giorni più caldi d’estate, alcuni scelgano di dormire sul pavimento. La sua più bassa temperatura non si limita a dare una sensazione di sollievo, ma è realmente in grado di sottrarre calore al corpo.

 

Ho voluto premettere queste nozioni, perché la genesi della sensazione psichica di freddo si basa sulla temperatura corporea e sulla nostra capacità di produrre e trasmettere calore.

In altre parole, la nostra stima sensitiva della temperatura è un giudizio relativo, che si fonda sul bilancio fra processi di termogenesi e termolisi, e sul livello al quale raggiungono un equilibrio in un dato momento nel nostro corpo.

Ciò che definiamo freddo ha una temperatura più bassa di quella del nostro corpo o della cute della parte percipiente. Quando nel toccare un oggetto lo sentiamo freddo, gli stiamo trasmettendo calore per conduzione, ed il gradiente termico esistente fra la nostra pelle e l’oggetto ha attivato dei particolari recettori.

In passato le trattazioni di fisiologia della percezione del freddo erano completamente centrate sulla descrizione dei processi alla base della produzione e della perdita di energia e calore, trascurando la sensazione e la sua interpretazione psichica. Ciò avveniva perché non si sapeva nulla dei recettori del freddo.

Attualmente, sebbene si sappia ancora poco, si cominciano a delineare dei processi che ci appaiono veramente interessanti.

 

I canali ionici TRP (da Transient Receptor Potential) sono una famiglia di proteine-canale in grado di consentire l’ingresso di ioni calcio nelle cellule di molti tessuti che le esprimono. Fra le poche proprietà accertate, alcuni di questi canali presentano quella di rispondere alle basse temperature. TRPM8 risponde alle riduzioni di temperatura ambientale provocando la depolarizzazione in fibre nervose afferenti del sistema somatosensoriale, la cui specifica attivazione è in grado di provocare le sensazioni psicofisiche del freddo.

Un primo dato molto interessante -del quale discuterò più approfonditamente in un incontro seminariale- è rappresentato dalla capacità di TRPM8 di rispondere non solo alle modificazioni fisiche dell’ambiente consistenti in una riduzione della temperatura, ma anche a composti chimici, come il mentolo, che generano in noi la sensazione di fresco.

I ricercatori, seguendo la nomenclatura della terapia palliativa e l’antica tradizione delle preparazioni farmaceutiche da banco, chiamano i composti come il mentolo “agenti rinfrescanti naturali” e composti molto più potenti in questo senso, come l’ilicina, “agenti super rinfrescanti”.

Queste molecole agiscono da agonisti dei TRP sensibili al freddo, modificando la soglia di risposta, così da determinare l’apertura del canale ad una temperatura più alta che di norma.

Un secondo dato molto interessante riguarda il meccanismo molecolare di recettori come TRPM8, recentemente scoperto da Chuang e i suoi collaboratori (The super-cooling agent icilin reveals a mechanism of coincidence detection by temperature-sensitive TRP channel. Neuron 43, 859-869, 2004.): in tutti gli esperimenti la piena attivazione richiedeva la presenza di due agonisti indipendenti. Ad esempio, l’aumento della concentrazione di ioni calcio e la presenza di ilicina. Nessuno dei due fattori da solo era in grado di attivare pienamente i canali determinando il flusso di ingresso di calcio necessario per generare il potenziale d’azione nella via sensitiva.

 Lo studio del gruppo di Chuang giunge a stabilire che recettori come TRPM8 richiedano la contemporanea presenza di due o più stimoli, funzionando come rilevatori di coincidenza.

Questi dati contribuiscono a delineare un quadro composito particolarmente adatto alla regolazione a vari livelli e in diverse condizioni, i cui perfetti automatismi periferici insieme con i variabili e poco noti processi alla base dell’interpretazione psichica, ben si accordano con la comune esperienza che mostra ogni giorno quanto le nostre stime della temperatura possano essere tanto oggettive e precise quanto soggettive e psicologiche.

 

Giuseppe Perrella

BM&L-Dicembre 2004