FOXP2 E LA PAROLA

 

 

La recente pubblicazione di una rassegna dei principali studi sul gene FOXP2 da parte Sebastian Haesler del Max Plank Institute for Molecular Genetics, ha costituito un’occasione di approfondimento dell’argomento da parte dei soci di BM&L (Haesler Sebastian, Programmed for Speech. Sci. Am. MIND 18 (3), 66-71, 2007). Sotto la guida del gruppo di studio che negli anni precedenti ha realizzato percorsi bibliografici ragionati e revisioni della letteratura scientifica sulla genetica della dislessia e dei principali disturbi del linguaggio, numerosi soci, ripartiti in piccoli gruppi tematici, hanno partecipato ad uno studio in forma seminariale dei principali problemi proposti dai ricercatori ed emersi dal dibattito che FOXP2 ha suscitato fin dalla sua identificazione.

I contributi più significativi sono stati sintetizzati in un articolo che pubblichiamo contestualmente nella sezione “IN CORSO” (Diane Richmond & Giuseppe Perrella, FOXP2 E LA PAROLA) e vivamente raccomandiamo.

Lo scorso giovedì 6 settembre sono state proposte le relazioni finali dei singoli gruppi in un incontro aperto a collaboratori esterni.

La prima relazione ha proposto dei cenni storici sugli studi di genetica molecolare del linguaggio. La seconda ha affrontato i problemi metodologici e sperimentali della dissezione genetica dei tratti cognitivi. Poiché FOXP2 è un fattore di trascrizione, è seguita una dettagliata relazione della professoressa Nicole Cardon veramente esaustiva sul processo di trascrizione e sulla sua regolazione da parte dei fattori di trascrizione.

Il professore Giovanni Rossi ha tenuto la sua relazione sui rapporti fra linguistica, psicologia cognitiva e neurogenetica, spaziando dalla storia della neuropsicologia del linguaggio agli errori di metodo del riduzionismo deterministico che prefigura un “gene del linguaggio”, come in passato proponeva il gene della depressione, quello dell’omosessualità e quello della criminalità.

Le relazioni molto tecniche dei responsabili dei gruppi tematici sono state precedute da una review, presentata dalla professoressa Diane Richmond, di tutti i lavori del gruppo di Simon E. Fisher che per primo ha identificato FOXP2 e ne ha descritto le mutazioni verosimilmente responsabili di disturbi della comunicazione verbale nell’uomo.

La relazione del professor Perrella ha toccato tutti gli argomenti, spesso riformulando i problemi e le domande proposte dai relatori precedenti e, talvolta, fornendo risposte basate su dati molto recenti o su interpretazioni ricavate dalla sintesi dei risultati di ricerche diverse.

La sua conclusione ha evidenziato come sia necessario avere una visione d’insieme del grande mosaico funzionale dell’encefalo che la ricerca neuroscientifica sta faticosamente componendo, perché solo la comprensione del disegno generale di questo straordinario sistema complesso potrà consentire di formulare ipotesi che aiutino a collocare al posto giusto anche il più piccolo tassello quale è, appunto, la funzione di un singolo gene.

 

Isabella Floriani

BM&L-Settembre 2007

www.brainmindlife.org